Rubriche / Valle Brembana
Giovedì 22 Settembre 2022
Fisioterapia sportiva per rimettere in piedi l’atleta che si è «rotto»
Linee guida. Le patologie più comuni in ambito sportivo possono essere dolori muscolo scheletrici, traumi distorsivi, lesioni muscolari, fratture, tendinopatie, lussazioni, lesioni di legamenti, contusioni e concussioni. Fondamentali esercizi terapeutici sin dai primi giorni post infortunio.
La fisioterapia sportiva è una branca della fisioterapia che si occupa di prevenzione, cura e riabilitazione di sportivi professionisti e amatoriali. Nel 2003 l’International Federation of Sport Phisical Therapy ha definito le competenze e gli standard del fisioterapista sportivo. All’Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme i fisioterapisti seguono attentamente queste linee guida nella gestione degli atleti: prevenzione degli infortuni, intervento in fase acuta post infortunio, miglioramento delle prestazioni, promozione di uno stile di vita sano, professionalità e continua ricerca scientifica. Il paziente viene preso in carico nella fase acuta subito dopo un infortunio o un intervento chirurgico. La valutazione dell’atleta è multidisciplinare e, oltre al fisioterapista sportivo, intervengono, quando necessario, il fisiatra, l’ortopedico, il medico dello sport, il radiologo, il dietista e lo psicologo.
Le patologie più comuni in ambito sportivo possono essere dolori muscolo scheletrici, traumi distorsivi, lesioni muscolari, fratture, tendinopatie, lussazioni, lesioni di legamenti, contusioni e concussioni. Nella fase riabilitativa il fisioterapista utilizza diverse tecniche di terapia manuale quali mobilizzazioni, manipolazioni e, se necessario, massaggi; può inoltre applicare bendaggi drenanti, per ridurre stati di edema, o bendaggi funzionali a scopo protettivo. Risulta fondamentale la corretta somministrazione di esercizi terapeutici sin dai primi giorni post infortunio, proponendo al paziente una serie di movimenti per ridurre il dolore, migliorare la mobilità, la forza e la capacità di carico. Questi esercizi vengono eseguiti nella palestra, attrezzata con apparecchi specifici anche robotizzati, o in piscina. Quest’ultima, ad altezza graduale, consente di prendere in carico precocemente l’atleta, anche pochi giorni dopo l’infortunio, di lavorare in scarico ed ottimizzare così i tempi di recupero. È possibile inoltre svolgere gli esercizi anche nel giardino riabilitativo della struttura, sfruttando le pendenze, gli spazi e le diverse tipologie di terreno.
Altra caratteristica specifica della fisioterapia sportiva è la gestione dell’ultima fase di ripresa chiamata anche «di ritorno allo sport»: si ricerca la corretta esecuzione del gesto atletico, il rinforzo massimale della parte lesa e quindi il ritorno della performance pre-infortunio. Per quantificare il recupero del paziente la tecnologia viene in aiuto al fisioterapista mediante innovativi strumenti di misurazione. Un dinamometro digitale permette di registrare la progressione della forza dei singoli muscoli e valutare la differenza tra arto sano e arto operato. Gesti complessi come la deambulazione o il salto vengono analizzati attraverso la tecnologia Optogait, un sistema di rilevamento ottico dotato di sensori di movimento che misura, ad esempio, l’altezza del salto, la potenza espressa e la qualità del cammino.
Le capacità propriocettive e l’equilibrio del paziente vengono valutati mediante la pedana stabilometrica Tecnobody, utile per definire il livello di stabilità degli arti inferiori. La corsa, infine, viene analizzata mediante telecamere poste sul tapis roulant: il fisioterapista può così monitorare costantemente la corretta esecuzione del gesto atletico.
Il percorso riabilitativo presso l’Istituto Clinico Quarenghi non si limita ad una valutazione esclusivamente fisica dell’atleta. La letteratura scientifica evidenzia infatti come il ritorno ottimale allo sport sia strettamente legato anche al recupero psicologico. Soprattutto dopo gravi infortuni la paura del movimento (chinesiofobia) o di una recidiva può ritardare i tempi di recupero dell’atleta. Mediante alcune semplici scale di valutazione si monitorano eventuali disagi psicologici e, quando necessario, uno psicologo dello sport aiuta l’atleta a gestire e superare correttamente queste difficoltà e paure. Nella fase di ritorno allo sport fondamentali diventano infine la comunicazione e la collaborazione continua tra fisioterapista, medico, preparatore atletico e allenatore: in questo modo si ha una corretta e graduale gestione dell’atleta evitando possibili recidive, diventando tutti insieme gli artefici di un recupero ad alto livello.
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