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Martedì 25 Marzo 2025
Cervi, cinghiali e lupi: tutti i dati della Bergamasca
I DATI. Preoccupano nelle valli le presenze degli ungulati. I piani di prelievo e i fatti di cronaca: cosa succede sul nostro territorio.
Quella appena trascorsa è stata una settimana in cui il tema degli ungulati è tornato al centro dell’attenzione nelle vallate bergamasche. In primis, il grave incidente contro un cervo che ha coinvolto un giovane in sella alla sua moto lo scorso giovedì 21 marzo. A questo si aggiunge l’avvistamento di una decina di cinghiali nel cuore di San Lorenzo di Rovetta e, infine, l’aggressione da parte di un lupo ad alcune pecore sul monte Alino, nel territorio di Parre.
Si tratta di questioni diverse, che richiedono approcci specifici. In particolare, il mondo venatorio è chiamato in causa per i primi due episodi. Analizzando i piani di prelievo dei comprensori, è possibile effettuare un’analisi accurata grazie ai dati della scorsa stagione venatoria.
L’incidente di Villa d’Almè ha evidenziato le difficoltà della Val Brembana. Tuttavia, i dati presentati nell’ultima rassegna faunistico-venatoria includono anche quelli del Comprensorio Alpino Valle Seriana e del Comprensorio Prealpi Bergamasche, che meritano di essere valutati.
I numeri
Nel Comprensorio Prealpi Bergamasche sono stati censiti 1.122 animali, di cui 326 sono stati abbattuti su un piano di 368, con un tasso di realizzazione dell’88,8%. L’incremento rispetto alla stagione precedente è stato del 22%, ma se confrontato con il 2022/2023 l’aumento raggiunge il 179%, con un incremento di 209 cervi.
Negli anni, il numero di cervi nel territorio di caccia più grande della provincia, che comprende anche la fascia a ridosso della città di Bergamo, è cresciuto in modo significativo: dai meno di 200 esemplari censiti in passato, si è passati a quasi 1.200 nel 2024. Questo anche grazie all’uso crescente di censimenti notturni con fari, termocamere e visori. Il boom si è verificato in particolare nel settore Valle Imagna/Valle Brembilla e Valle Brembana del Comprensorio, dove il piano di prelievo è aumentato nel corso degli anni. Un altro dato rilevante è la netta diminuzione del numero di caprioli: si è passati dai 3.000 esemplari del censimento del 2022 ai 700 del 2023 e ai 730 del 2024. Ne sono stati abbattuti 144 su un piano di 152.
Il censimento 2014 dei cervi
Per quanto riguarda i cervi, il censimento del 2014 contava 300 esemplari, mentre nel 2024 se ne registrano circa 800. Durante la stagione di caccia, su 782 animali censiti, gli abbattimenti sono stati 147, con un tasso di realizzazione del piano pari al 72,7%. L’incremento rispetto alla stagione 2022/2023 è stato di 78 capi, pari al 113%.
Una situazione analoga, con un calo del capriolo e un aumento del cervo, si registra anche nel Comprensorio Alpino Valle Seriana. Qui, il numero di caprioli è passato dai 400 del 2014 ai circa 250 del 2024. Nei quattro settori dell’ambito di caccia, gestito dal presidente Francesco Bassanelli, il piano di prelievo per la scorsa stagione prevedeva 248 caprioli, con una proposta di abbattimento di 16 animali, di cui 9 effettivamente cacciati.
Per quanto riguarda i cervi, la Valle Brembana è l’area più critica, con un censimento di 1.075 esemplari, un piano di abbattimento di 267 e 162 capi prelevati
Per quanto riguarda i cervi, la Valle Brembana è l’area più critica, con un censimento di 1.075 esemplari, un piano di abbattimento di 267 e 162 capi prelevati. In Valle Borlezza sono stati censiti 503 animali, con un piano di prelievo di 148 e 114 abbattuti, mentre in Val di Scalve si registrano 139 cervi censiti e 36 prelevati su un piano di 40.
I danni causati dai cervi
Nel 2024, i danni causati dai cervi sono stati particolarmente rilevanti nei paesi dell’Alta Valle Seriana, sia nelle aree più alte sia in quelle verso la Presolana. Anche la Valle Borlezza, in direzione del lago, e diversi comuni della Valle Cavallina hanno subito danni significativi.
A Clusone, lo scorso venerdì 21 marzo, si è tenuta una riunione organizzata dall’associazione «Tutela Rurale», alla quale hanno partecipato cittadini, allevatori, agricoltori, forze dell’ordine e cacciatori. Presenti in sala anche tre sindaci della zona: Massimo Morstabilini (Clusone), Yvan Caccia (Ardesio) e Walter Semperboni (Valbondione), oltre al consigliere regionale Michele Schiavi, ai Carabinieri Forestali e alla Polizia Provinciale.
L’incontro
Durante l’incontro sono intervenuti esperti di vari settori per offrire un’analisi multidisciplinare del tema. Tra questi, la dottoressa Mariantonia Ferracin, il dottor Norberto Perolari, il dottor Luciano Berti, il veterinario Davide Negroni, la professoressa Silvana Mattiello dell’Università di Milano (Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali) e Steven Bonacorsi, cinofilo che ha parlato dei cani da guardiania.
Tra i temi trattati: il paesaggio alpino, l’architettura di montagna tra agricoltura e alpeggio, le malattie infettive trasmissibili dagli animali all’uomo e, naturalmente, la gestione della fauna selvatica. Al termine della serata, il pubblico ha potuto esprimere le proprie preoccupazioni, con particolare attenzione alla problematica del lupo e, soprattutto, degli ungulati, che stanno creando difficoltà sia nella gestione delle attività agricole sia sotto il profilo sanitario.
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