Un colpo nell’aria
da tempo, che andrà
coronato in Coppa

Era nell’aria che fosse la volta buona – per un’Atalanta ormai matura per imporsi sulle big – contro la peggior Juventus degli ultimi dieci anni, alla quale va comunque dato atto di aver fatto una partita più che dignitosa, rimasta in equilibrio fino al gol di Malinovskyi nel finale, complice una deviazione di Alex Sandro che ha spiazzato Szczesny.

Ma la differenza sta nel coraggio e nelle capacità da tecnico navigato di Gasperini, bravo nel finale a cambiare passo con gli inserimenti di Malinovskyi e Ilicic, mentre Pirlo è ancora un’apprendista, però con la responsabilità, ben più grande di lui e della missione stessa del suo avversario di ieri, di guidare una squadra che storicamente ha un unico obiettivo: vincere tutto. O almeno uno o due titoli a stagione. Quest’anno la Juve non solo rischia di ritrovarsi in bacheca la sola Supercoppa italiana, ma, se non riprenderà a vincere subito, metterà a repentaglio persino la partecipazione alla prossima Champions, che è l’obiettivo minimo, mancando il quale archivierebbe una stagione di totale fallimento.

Problemi bianconeri, qui a Bergamo si festeggia la caduta di un tabù – battere la Vecchia Signora in Serie A – che resisteva da vent’anni. E più delle gioie statistiche adesso contano quelle della classifica: questa vittoria vale doppio perché significa togliere punti a una diretta rivale nella corsa a un posto nella massima competizione europea per club, rivale che proprio grazie all’esito di questo confronto i nerazzurri hanno scavalcato in graduatoria (a +2), salendo al terzo posto a -2 dal Milan, saldamente secondo, e a +4 sul Napoli, quinto.

La terza Champions di fila si intravede sempre più nitida all’orizzonte e l’1-0 rifilato ieri alla Juve dice anche altro: la finale di Coppa Italia, il 19 maggio a Reggio Emilia, proprio con i bianconeri, sarà un’occasione da non sbagliare per completare l’opera. L’Atalanta quest’anno è più forte della Juve, la partita di ieri, seppure non dominata, non ha fatto altro che certificare e suggellare questa realtà, impensabile fino all’anno scorso. Era soltanto questione di pazienza: tutto il cammino sin qui fatto in campionato da entrambe lo lasciava intendere.

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