Parliamoci Chiaro
Lunedì 29 Marzo 2021
La Nazionale rinata e l’Uefa
pronta a darci un dispiacere
L’Italia di Roberto Mancini riconquista prestigio e credibilità a suon di risultati, ma l’Uefa del presidente Aleksander Ceferin pare pronta a «punirla» negandole di disputare all’Olimpico di Roma, l’11 giugno, l’esordio dell’Europeo contro la Turchia.
Scriviamo pare perché la decisione è tutt’altro che scontata. Ma la «minaccia» è quantomeno irritante. Cosa vuole l’Uefa? Pretende di sapere entro il 7 aprile se il nostro Paese sarà in grado di aprire lo stadio ai tifosi, altrimenti Roma non potrà ospitare la partita inaugurale. E, essendo itinerante questa edizione del torneo, lo stesso discorso varrà per tutte le nazioni che non potranno rassicurare con tanto anticipo il supremo organismo del calcio continentale. Una richiesta assurda, con l’Europa chiusa per il lockdown e una situazione della pandemia che al momento non autorizza garanzie tempestive. Nemmeno di fronte alla prospettiva di una decisa accelerazione delle vaccinazioni.
Come fai a dire adesso che entro giugno ci saranno per certo le condizioni per accogliere sugli spalti almeno il 20 per cento della capienza di spettatori? Ma quelli dell’Uefa vivono su Marte? Attraversiamo un momento storico in cui fare promesse è come scrivere sulla sabbia mentre soffia il vento del virus e l’esperienza quotidiana delle notizie che riceviamo, in tutti i campi, dovrebbe insegnare. Un margine oltre il 7 aprile per dare una risposta sarebbe auspicabile. Staremo a vedere, il presidente della Figc Gabriele Gravina si sta muovendo con il governo per trovare una soluzione.
Intanto il nostro ct è a un passo dall’eguagliare il record di Marcello Lippi, che infilò 25 risultati utili alla guida della Nazionale: il Mancio è a 24. E soprattutto ha saputo ridare fiducia ed entusiasmo a una squadra che sotto la guida del predecessore Gian Piero Ventura era sprofondata fino alla mancata qualificazione al Mondiale di Russia del 2018. Magari, a parziale attenuante del tecnico genovese, c’era una rosa meno dotata di talento, ma è un dato di fatto che Mancini ha restituito alla nostra selezione un ruolo degno della storia della maglia azzurra.
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