Bagnaia a un passo dalla storia, 13 anni dopo Rossi

Francesco, detto Pecco, Bagnaia è a un passo dalla storia. Il pilota torinese, 25 anni e già un titolo iridato in Moto2 nel 2018 (su Kalex), grazie alla vittoria di ieri nel Gran premio della Malesia, penultima prova del Motomondiale, è salito a 258 punti in classifica generale, vale a dire 23 lunghezze di distacco sull’immediato inseguitore, il francese Fabio Quartararo (Yamaha), campione uscente della MotoGp, la classe regina.

Intanto la Ducati, forte dei suoi 432 punti contro i 248 dell’Aprilia (altra casa italiana) e i 243 della Yamaha, ha già portato a casa la corona dei costruttori. Bagnaia cavalca proprio quella belva che si chiama Desmosedici Gp 2022, massima espressione della casa di Borgo Panigale, eccellenza italiana che per la terza volta (tra 500 – così si chiamava la classe regina fino al 2001 – e MotoGp) si è fregiata del massimo trofeo: i precedenti nel 2007, in sella l’australiano Casey Stoner, e nel 2020. Prima della Ducati, unica a contrastare lo strapotere giapponese in questo millennio, l’Italia tra il 1952 e il 1973 aveva letteralmente dominato nell’albo d’oro dei costruttori della classe regina: merito della Gilera (4 volte e nel ’54 il titolo non fu assegnato ma vinse il britannico Geoff Duke proprio con la quattro cilindri del marchio tricolore che all’epoca aveva sede ad Arcore) e della mitica Mv Agusta (16 trionfi, sei dei quali– tra il ’67 e il ’72 – firmati dal nostro Giacomo Agostini, che aveva chiuso primo anche nel 1966, unica stagione di quel periodo in cui la Honda interruppe il filotto italiano tra i costruttori). Agostini, 8 volte re del mondo nella 500 (l’ultima nel ’75 in sella a una Yamaha), e prima di lui Umberto Masetti (1950 e ’52 su Gilera), Libero Liberati (1957 su Gilera). Dopo «Ago», Marco Lucchinelli nel 1981, su Suzuki, come Franco Uncini nell’82. Segue un interminabile digiuno di quasi vent’anni finché non si spalanca l’era dell’immenso Valentino Rossi: nel 2001 campione della 500 su Honda, come nel 2002 (anno in cui la classe regina diventa MotoGp) e nel 2003, mentre nel 2004, 2005, 2008 e 2009 romba davanti a tutti con la Yamaha. Da allora nessun italiano ha conquistato il titolo della MotoGp. Appuntamento a Valencia il 6 novembre. E incrociamo le dita: a Pecco bastano due punti e, tredici anni dopo «il dottore», può riportare l’Italia in cima all’olimpo.

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