«Sono un sopravvissuto, mai potrò dimenticare»

LA TESTIMONIANZA. I suoi ultimi cinque anni sono una storia fatta di date e giorni, da ripetere nella sua testa prima di andare a letto. Ettore Consonni è uno malati del Covid di Bergamo, trasferito d’urgenza a Palermo per avere una speranza di sopravvivere.

07:39

Lui si sente un sopravvissuto e ripercorre la sua storia: «Il 27 febbraio 2020 con mia moglie Adelaide scendo dall’aereo di ritorno da Santo Domingo dove avevamo festeggiato 40 anni di matrimonio. Nostra figlia Paola al telefono ci aveva avvisato che la situazione era preoccupante. Quella sera stessa io inizio a stare male, ricordo poco: la tosse, avevo la febbre e il respiro affannato».

«Adelaide il 4 marzo chiama l’ambulanza: io ero già grave e finisco in coma nel reparto di Rianimazione all’ospedale di Seriate». Il 13 marzo il trasferimento a Palermo: al telefono a sua moglie spiegano che era l’unico modo di dargli una possibilità.

La data successiva è quella del 27 marzo: «Mi risveglio dal coma dopo 22 giorni. Non sapevo dove fossi, i medici e gli infermieri in Sicilia cercano di proteggermi dal dolore. Io ho chiesto ai medici cosa aveva fatto l’Azzanese in campo, non avevo idea di nulla, ero rimasto nel passato». E non aveva idea dei lutti nella sua famiglia: «A Bergamo mio fratello Giovanni era morto il 15 marzo, mio cognato ci ha lasciati il 1° aprile. Una lista di nomi e volti di cui ho saputo solo al mio ritorno a Bergamo, 47 giorni dopo».

Ettore è un simbolo di rinascita per Bergamo, un eroe a Palermo, dove immancabile torna ogni anno e ha creato legami di affetto e amicizia

Il ritorno a casa

Era il 22 aprile: Ettore ricorda gli striscioni, dai balconi del quartiere di Valtesse la gente che lo salutava. Diventa così un simbolo di rinascita per Bergamo, un eroe a Palermo, dove immancabile torna ogni anno e ha creato legami di affetto e amicizia. «Ho fatto di tutto a palermo per arrivare a Bergamo sulle mie gambe, mi sono inventato la fisioterapia, con le bottiglie dell’acqua come pesi - racconta -. Quando mi sono pesato h o scoperto di aver perso 25 kg».

«Io non dimentico»

«Io sono un privilegiato, perché ho la mia famiglia e perché sono tornato a casa: non dimentico tutti coloro che i familiari non li hanno più visti. Una tragedia che mai potremo dimenticare»

«Ma soprattutto io non dimentico e ogni sera, prima di addormentarmi, devo ripercorrere con la mia testa pezzi della storia. Ora voglio la mia famiglia sempre accanto, i figli e nipoti. I miei ragazzi della Fiorente Colognola che alleno per diventare portieri».Tanti gli interventi sostenuti in questi 5 anni, la famiglia è la sua migliore medicina: «Fortunatamente sono sui campi di gioco ad allenare i portieri e ho i miei sei nipoti vicini, con la settima bambina in arrivo in estate. Io sono un privilegiato, perché ho la mia famiglia e perché sono tornato a casa: non dimentico tutti coloro che i familiari non li hanno più visti. Una tragedia che mai potremo dimenticare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA