Petronilla: «Nel nostro ristorante in Valle Imagna finiamo le cene davanti al caminetto: tecnica e stelle non bastano, serve accogliere»

«Non ho avuto molto tempo da dedicare a me stessa, ma il mondo è arrivato nel mio ristorante e questo per me è stato un arricchimento grandissimo». A raccontarsi a «L’Eco di Bergamo incontra» è Petronilla Frosio, ristoratrice, con la sorella alla guida del ristorante Posta di Sant’Omobono (appartenuto ai suoi genitori e prima ancora ai nonni dal 1910) e presidente dei Ristoratori di Ascom Bergamo.

«Ogni posto ha la sua storia, al Posta ho esperienze e racconti unici e i clienti che vengono in Valle Imagna a trovarci lo intuiscono» racconta. Una Valle poco conosciuta ancora rispetto alle più famose Valle Seriana e Brembana ma che ha conservato una sua autenticità. «Una valle in cui le donne, da sempre, hanno guidato le imprese famigliari» riflette Petronilla Frosio.

«Sono cresciuta con l’idea fissa di non fare la ristoratrice: mi sono laureata in Economia ma ho sempre dato una mano ai miei genitori. Quando è arrivato il momento per mio papà e mia mamma di lasciare è stato naturale per noi fratelli raccogliere il testimone delle imprese di famiglia» spiega Frosio.

«Si diventa buon ristoratore non pensando solo all’aspetto tecnico: confezionare bene un buon piatto è indispensabile, ma chi viene da noi si sente a casa. Le nostre serate si concludono sempre davanti al caminetto con i nostri ospiti». Ora è tempo di iniziare a pensare alla pensione: «I clienti sono preoccupati, perché hanno in programma feste, celebrazioni e vogliono venire da noi, siamo diventati una comunità».

Da presidente dei Ristoratori e alla guida di un ristorante pluricitato nelle guide più prestigiose dice: «Va bene la tecnica, ma serve soprattutto accoglienza. Vedo tutti molto concentrati solo sulle guide, le stelle, troppo stress: alla base serve passione, talento e volontà, voglia di stare insieme».