«Mai dare nulla per scontato». Beppe Savoldi, vigile del fuoco con la passione per l’avventura

L’INTERVISTA. Un Vigile del fuoco di Bergamo storico, un volto amato e conosciuto. Ecco come si diventa pompieri. Ma non solo.

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«Fare il vigili del fuoco vuol dire non aspettarsi nulla di quello che hai programmato in giornata, essere disponibile ad aiutare le persone, chi ne ha bisogno e soprattutto rispondere a una qualsiasi chiamata, dalla più semplice alla più complessa. E poi: mai dare nulla per scontato». Giuseppe Savoldi lo conoscono tutti come Beppe, originario di Nembro e da 32 anni al Comando di Bergamo: «Il primo giorno da vigile del fuoco? Direi da pompiere: avevo 15 anni, ero in vacanza con i parenti in una casa di campagna e ho evitato una esplosione gettando una bombola a metano in giardino».

Savoldi ha partecipato, tra le tante, anche alla missione di soccorso all’Hotel Rigopiano: «All’interno c’erano 35 persone, abbiamo lavorato in una situazione al limite: tempo limitato, neve e macerie. Si scavava nella neve e nelle macerie sempre con la speranza di trovare qualcuno in vita».

«La paura deve esserci»

«La paura? Sì, c’è. È quella che ci fa tornare a casa la sera, ti fa rendere conto che c’è un pericolo. I vigili del fuoco si preparano, formano, addestrano ma la componente rischio resta alta - dice -. Come nelle situazioni degli incidenti domestici: a casa si abbassa la guardia ed è allora che basta poco per una perdita di gas, una folgorazione».

Da Nembro in missione a Overland

Con una curiosità: Savoldi è stato driver per molte volte di Overland, la serie di spedizioni documentaristiche ideata da Beppe Tenti e in onda su Rai Uno dal 1996: «Come driver. Così ho girato il mondo e visitato luoghi incredibili e inarrivabili». In fondo la passione per la guida e i motori c’è sempre stata: «Nasco come motorista meccanico, poi da ragazzino riparavo moto a Nembro». Da grande? Sorride: «Ci ho messo una vita per diventare giovane, vorrei restare giovane».

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