«Il primo tiro col bastone da pastore del nonno». Rocca si racconta, da St. Andrews a Tiger Woods

L’INTERVISTA. Concreto, riservato, ma poi inizia a raccontare e gli aneddoti spaziano del tempo. Dalla prima volta come caddy a insegnante con un sogno per tutti. E un amore folle: quello per il golf.

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Non è difficile immaginarlo: da bambino, ad Almenno San Bartolomeo, correre tra i prati per raggiungere i campi da golf, a pochi passi da casa. «Il mio primo incontro con questo sport è stato da piccolissimo quando portavo le mucche al pascolo vicino alle buche da golf: sentivo “tic tac” e non capivo cosa fosse quel rumore. Poi ho visto: erano i bastoni dei golfisti che picchiavano contro la pallina».

Costantino Rocca parla poco. Riservato, schiva le telecamere, ma se inizia a raccontare e a ricordare è un piacere ascoltarlo, nella sua concretezza e modi miti:«Il primo tiro credo di averlo fatto in montagna, con il bastone di legno da pastore di mio nonno: tiravo pigne e sassi» sorride e te lo fa capire in un attimo: lui ama il golf in maniera assoluta, e questo è il punto di partenza per una vita di successi. Bergamasco doc, vive vicino ancora ai campi e insegna: «Amo insegnare, questo è principalmente il mio sogno di sempre» dice. Con un desiderio che spera di riuscire ad esaudire: «Un campo pratica con tre buche, un modo per portare questa disciplina ai livelli “democratici” del calcio, della pallavolo. Fare golf - spiega - non deve essere proibitivo e tutti devono avere la possibilità di approcciarsi alla disciplina che permette di sviluppare grande concentrazione e ti fa stare in mezzo alla natura: sei tu contro il campo, contro la pallina, ma con il rispetto dei giocatori e dell’ambiente».

Questo è il Costantino Rocca di oggi, ma non mancano gli aneddoti quando ha iniziato come caddy e quando ha iniziato a vincere, battendo anche Tiger Woods alla Ryder Cup del 1997: «Mio fratello faceva il caddy e al Golf serviva un aiuto in più. Ho iniziato così e il carrellino che portavo mi arrivava al naso». Poi indimenticabile: l’immagine di Rocca sdraiato sull’avant green della 18 di St.Andrews, dopo aver imbucato un putt chilometrico per agguantare John Daly in play off, ha fatto il giro del mondo. Era il 1995 e Rocca aveva bisogno di un par e un birdie nelle ultime due buche per portare allo spareggio il campione americano. Ci riuscì imbucando un putt di circa 20 metri dalla Valley of Sin. Perse il play-off, ma guadagnò fama, rispetto e stima in tutto il mondo.

Il segreto? «Tanta dedizione, tanta voglia di arrivare, ma mai guardare negativamente i momenti brutti perché sono quelli che ti aiutano a migliorare, a vincere».

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