«Albino, luogo del cuore anche se vivo da anni a Roma: ostetrica con il sogno di scrivere»

L’INTERVISTA. La giornalista Rai originaria di Fiobbio di Albino: «Ero ostetrica con la passione per la scrittura: entrai in Rai grazie al mio interesse per il settore medicina». Ha firmato la prefazione del libro «Guarda come una donna» sulla parità di genere.

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«Ci vorranno 300 anni - 13 generazioni - prima che nel mondo si raggiunga la parità di genere»: questo dato diffuso dalle Nazioni Unite come molti altri che si trovano nel libro «Guarda come una donna» di Emerita Cretella e Michela Nacca (Armando editore), ha spinto

la giornalista bergamasca Alma Maria Grandin a far parte del progetto editoriale e curarne la prefazione. «È un tema che mi sta molto a cuore: il cammino per la parità di genere è lungo e ci dobbiamo impegnare tutti nel perseguirlo».

Da 32 anni Alma Maria Grandin, originaria di Fiobbio di Albino, ma da anni ormai a Roma, è giornalista Rai, attualmente caposervizio della redazione Società del Tg1. «In realtà sono anche ostetrica: ho lavorato per tre anni negli ospedali di Clusone e di Seriate tanti anni fa - ricorda - ma la mia passione è sempre stata scrivere. E così ho seguito il mio sogno e fatto tutta la gavetta nei giornali della Capitale fino a quando sono stata assunta alla Rai proprio per la mia esperienza nel settore della medicina con Luciano Onder ».

«Tra i ricordi più belli l’esperienza in radio al Gr1-Rai Radio1 - spiega a L’Eco di Bergamo incontra -: mi piace raccontare il mondo con la voce. Ho ideato il format News generation, il giornale radio dei ragazzi con le scuole d’Italia». Grandin torna di frequente a Bergamo dove vivono i suoi genitori anziani ed è molto legata alle sue origini: di recente ha fatto parte anche del comitato scientifico del Bergamo Festival.

«Il punto di forza dei bergamaschi? Sicuramente sono dei grandi lavoratori, persone concrete, serie e leali. Un difettuccio? Forse servirebbe un po’ di più di apertura verso il mondo, ma oggi con l’Atalanta si guarda lontano. Devo molto a Bergamo e spero di poter ricambiare la gratitudine che devo al luogo in cui sono nata e cresciuta».

«Il mio sogno nel cassetto - conclude la giornalista -? In questo momento sicuramente la pace, ne abbiamo tutti bisogno» conclude. Ascolta l’intervista completa.

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