Via la gomma dai fondali del lago d’Iseo: «I 3,4 milioni? Li troveremo»

TAVERNOLA. Il Comune di Tavernola e l’Autorità di bacino al vertice in Regione. Maione: «Impegno per i fondi».

La «cura» c’è, e ora si procede con decisione nella ricerca dei fondi per rimuovere i due cumuli di gomma sommersa ai piedi del Corno di Tavernola Bergamasca. Per le operazioni di bonifica si stima servano circa 3,4 milioni di euro, ma prima sarà necessario reperire le somme per finanziare la progettazione definitivo-esecutiva dell’intervento, i cui costi solitamente si aggirano intorno al 10% di quelli dell’intervento vero e proprio.

Al lavoro per reperire le risorse c’è l’assessorato all’ambiente di Regione Lombardia, guidato da Giorgio Maione, che a Milano ha incontrato il presidente di Autorità di bacino, Alessio Rinaldi, e il sindaco di Tavernola, Roberto Martinelli, per fare il punto della situazione a fronte delle indicazioni contenute nel documento di fattibilità tecnico-economica predisposto dall’ente sebino e dalla società Thetis Srl. «Era importante individuare la strada da seguire: la rimozione è l’alternativa migliore – hanno fatto sapere dal tavolo di lavoro –. I costi delle operazioni sono ingenti e c’è un impegno condiviso a reperire le risorse per risolvere definitivamente e in tempi brevi una questione che dura da cinquant’anni».

«Era importante individuare la strada da seguire: la rimozione è l’alternativa migliore – hanno fatto sapere dal tavolo di lavoro in Regione –. I costi delle operazioni sono ingenti e c’è un impegno condiviso a reperire le risorse per risolvere definitivamente e in tempi brevi una questione che dura da cinquant’anni».

Gli scarti di gomma e plastiche che, sommersi sul fondale ai piedi della galleria del Corno, creano due cumuli distinti da circa 450 e 22 metri quadrati tra i 10 e i 50 metri di profondità, non sono una novità. Più volte erano stati filmati dai sommozzatori che si immergono nel Sebino. Le prime indagini risalgono all’autunno 2019 quando, per volontà del colonnello Paolo Storoni, all’epoca comandante dei carabinieri di Bergamo, i sub di Genova Voltri e i tecnici dell’Arpa avevano trovato nei campioni esaminati la presenza di metalli. Nell’estate 2023 i nuovi prelievi e la mappatura del fondale nell’ambito di un articolato piano di indagine ambientale finanziato dalla Regione con 85mila euro. In acqua erano scesi ancora una volta i carabinieri di Genova, affiancati dall’Arpa e dai ricercatori del Cnr: dalle analisi è emerso che gli scarti, composti da gomma, plastica e amiantite, non sono inerti, ma rilasciano metalli, micro e nano plastiche e amianto. Nonostante siano stati esclusi pericoli immediati per la salute e l’ambiente, il gruppo di lavoro ritiene che la rimozione sia «la scelta più idonea» per la salvaguardia dell’ambente e del lago.

Il lavoro dei sub e la «sorbonatura»

«Intendiamo andare fino in fondo», ha evidenziato l’assessore Maione, mentre Autorità di bacino si è messa subito a disposizione: «La questione ci impegnerà a fondo nel prossimo anno – sottolinea Rinaldi –: assicuriamo fin da ora il nostro supporto, sia a livello tecnico che logistico. Siamo davvero soddisfatti, perché la Regione ha recepito il problema, dando la massima disponibilità nell’intervenire in tempi celeri».

Tra i tempi necessari per reperire le risorse, affidare l’incarico per la progettazione e poi bandire la gara per i lavori bisognerà attendere un paio d’anni prima di vedere i sub al lavoro di fronte al Corno. Secondo gli studi, l’alternativa migliore a livello operativo è una soluzione combinata che prevede di agire prima con operatori tecnici subacquei per recuperare i rifiuti grossolani e poi con la sorbonatura, una particolare tecnica di aspirazione, per gli scarti più piccoli e sedimenti.

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