Uso di antibiotici, Bergamo fa scuola. «Prima in Italia per appropriatezza»

IL PROGETTO. Contro la resistenza a questi farmaci l’Oms prevede almeno il 60% di prescrizioni di prodotti «base». Medici di famiglia coinvolti, monitoraggio. Ats: «Qui oltre le aspettative con il 71%».

Se presi nella giusta misura, per il giusto tempo e secondo le corrette indicazioni, quindi solo ed esclusivamente quando davvero servono, sono un alleato decisivo per la salute e la cura delle malattie. Quando invece se ne fa un uso improprio, gli antibiotici diventano un pericolo. L’antibioticoresistenza è una delle sfide principali – poco nota, ma con rischi significativi – in sanità pubblica. La Bergamasca però si conferma un territorio virtuoso: anche quest’anno sta centrando l’obiettivo fissato dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) in fatto di appropriatezza delle prescrizioni, che risulta sempre più essere una «barriera» per arginare lo sviluppo della resistenza.

Che cosa è l’antibiotico resistenza

L’uso improprio degli antibiotici porta infatti a sviluppare dei microrganismi multi-resistenti, in grado di causare malattie differenti e anche gravi: secondo l’Istituto superiore di Sanità, l’antibioticoresistenza «è uno dei principali problemi di sanità pubblica a livello mondiale con importanti implicazioni sia dal punto di vista clinico (aumento della morbilità, della mortalità, dei giorni di ricovero, possibilità di sviluppo di complicanze, possibilità di epidemie), sia in termini di ricaduta economica».

Gli antibiotici divisi in tre categorie

Per affrontare il problema l’Oms ha sviluppato una strategia, dividendo gli antibiotici in tre gruppi: gli «access», cioè quelli di prima linea più comunemente impiegati; gli «watch», da utilizzare solo in casi più ristretti, perché più potenti; i «reserve», da utilizzare solo in ambito ospedaliero per le infezioni molto complicate.

Le prescrizioni di antibiotici e i limiti dell’Oms

Così, secondo le indicazioni dell’Oms, sul totale degli antibiotici che i medici di medicina generale possono prescrivere ai propri pazienti, almeno il 60% delle prescrizioni deve riguardare gli antibiotici «access», mentre gli «watch» non possono superare il 40%. Questo perché gli antibiotici «watch» possono sviluppare una resistenza più «critica».

La Bergamasca ha raggiunto e superato l’obiettivo dell’Oms

È partito così da tempo un progetto che ha coinvolto i medici di medicina generale e inizialmente anche l’Ats di Bergamo (che ora continua il monitoraggio, mentre la competenza delle Cure primarie è passata alle Asst), con attività di formazione e sensibilizzazione.

Il risultato è che la Bergamasca ha centrato l’obiettivo dell’Oms: «Siamo andati oltre le aspettative – rileva Arrigo Paciello, direttore del Servizio farmaceutico territoriale dell’Ats di Bergamo –. Nel 2022 la Bergamasca era al 52% di prescrizioni di antibiotici «access»: dopo l’avvio del progetto, nel 2023 siamo arrivati sino al 71 per cento di prescrizioni «access», il dato migliore tra le province italiane e probabilmente in Europa, mentre a giugno 2023 il dato si è stabilizzato attorno al 61 per cento. Una corretta prescrizione degli antibiotici è fondamentale, perché può avere ricadute sul contenimento dei ricoveri e delle infezioni resistenti».

L’antibioticoresistenza «è uno dei principali problemi di sanità pubblica

Se il dato del primo semestre 2024 è in calo rispetto al 2023, pur mantenendosi al di sopra dei parametri Oms, nel periodo recente si sono comunque segnalate delle riduzioni importanti nelle prescrizioni di alcuni degli antibiotici più a rischio: l’azitromicina mostra una riduzione delle prescrizioni del 23,7% rispetto al 2023, la cefixima cala del 22,6%, la ciprofloxacina è diminuita del 21,38%, la levofloxacina del 30,58%.

«L’elevata appropriatezza nelle prescrizioni è un successo bergamasco – sottolinea Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –, con un grande impegno dei medici di medicina generale: nonostante la difficoltà della professione, gli elevati volumi di attività e lo stress burocratico, questi risultati dimostrano come i medici mantengano sempre un’elevata attenzione al paziente».

Il medico deve prescrivere l’antibiotico solo quando serve

«Sono dati che fanno particolarmente piacere – rimarca Ivan Carrara, segretario della Fimmg Bergamo –. Lo scorso anno il progetto ha visto la formazione da parte dell’Ats, quest’anno i medici di medicina generale hanno mantenuto i risultati autonomamente. Il problema dell’antibioticoresistenza nei prossimi anni diventerà sempre più rilevante. Il compito del medico è prescrivere l’antibiotico solo quando serve, scegliendo il farmaco che dia maggior sicurezza ed efficacia, lasciando i farmaci più complessi solo nelle situazioni che realmente lo necessitano». Dall’altro lato, il paziente «deve seguire le prescrizioni del medico e non fare autoterapia».

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