Università, si riparte: «Sempre più aperti alla città e al mondo»

L’INTERVISTA. Il rettore Sergio Cavalieri fa il punto sui progetti di internazionalizzazione e open campus. Da quest’anno nuova laurea magistrale in Geopolitica.

Il rettore Sergio Cavalieri lo definisce un «momento importante». È il momento della ripresa, tra valenza simbolica e lavoro concreto.

Per l’Università degli Studi di Bergamo comincia un nuovo anno: oggi ripartiranno le lezioni nelle sedi di Caniana e Dalmine – i corsi di area economica, giuridica e ingegneristica – e il 23 toccherà all’area umanistica, riattivando passo dopo passo un «universo» composto da 46 corsi di laurea tra triennali e magistrali, 10 dottorati, 29 master. Ma l’orizzonte è sempre quello del futuro, tra nuovi corsi, nuovi servizi, nuove tecnologie.

Rettore, da dove si riparte?

«Le immatricolazioni sono aperte fino al 4 ottobre, con un’ulteriore finestra sino a dicembre. È ancora presto per un’analisi completa, ma emergono indicazioni positive sul trend: ad esempio, nei corsi a numero programmato, la stragrande maggioranza è stata coperta. Peraltro, rispetto ai timori legati a una possibile perdita di studenti dal bacino di Monza e della Brianza per via dello stop ai treni a Ponte San Pietro, i numeri smorzano quella previsione».

A proposito d’iscritti, vi attestate con una certa stabilità tra i 19mila e i 21mila studenti, a seconda delle rilevazioni. L’Unibg ha raggiunto il punto d’equilibrio?

«Sì. Essere passati in pochi anni da 15mila a 22mila studenti (il picco, ndr) ha fortemente stressato la struttura, la didattica, la logistica degli spazi. Ora ci siamo stabilizzati anche attraverso il numero programmato in alcuni corsi, e tutto ciò permette di fornire servizi di qualità, ed è fondamentale. Il potenziamento sta avvenendo in maniera importante: le possibilità legate a Montelungo e via Statuto, i servizi residenziali, le aule e i laboratori, daranno garanzie ulteriori rispetto a un ateneo con dimensione ottimale sui 20-25mila studenti».

Quali sono le novità di questo anno accademico?

«Proponiamo una nuova laurea magistrale in Geopolitica, economia e strategie globali, in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele, e già stiamo lavorando sulla programmazione del 2025/26: l’obiettivo è anticipare gli scenari futuri e aggiornare corsi di laurea storici».

E per l’internazionalizzazione?

«Nei prossimi anni introdurremo dei curriculum in inglese anche nelle triennali, per l’internazionalizzazione c’è un potenziale enorme: siamo entrati nella Bauhaus 4EU Alliance, un progetto che unisce più università europee e che

permetterà l’attivazione di collaborazioni in ambiti disciplinari diversi».

C’è anche un «ritorno» di studenti lavoratori. Come li supportate?

«È una tendenza avviata nel post-Covid ed è molto importante per aumentare la quota di laureati, che sappiamo essere un punto critico per il territorio: per questo stiamo potenziando i servizi di tutorato. Anche la formazione continua segnala una crescente domanda, per riqualificare e aggiornare le competenze di chi già lavora. È un’istanza che viene anche dalle aziende, oltre che dai professionisti».

Non c’è solo la didattica: come rispondete ai nuovi bisogni degli studenti?

«È stato potenziato il counseling psicologico, cercando anche di costruire un coordinamento con l’Ats per la presa in carico: prevenire le fragilità è fondamentale. Allo stesso tempo c’è l’obiettivo di incrementare le attività extracurricolari che consentano una scoperta e una valorizzazione di sé stessi, per coltivare i talenti. Il dialogo tra l’università e il territorio è virtuoso: a breve inaugureremo la caffetteria negli spazi rinnovati di Sant’Agostino, e la volontà è quella di aprirà alla città, pensandola anche come un caffè letterario. È il progetto di un “open campus”».

Si parla molto di intelligenza artificiale: cosa fa l’Unibg su questo?

«È già oggetto di attività di ricerca e didattica, da novembre abbiamo un gruppo di lavoro multidisciplinare che coinvolte tutti i dipartimenti. La scommessa è l’integrazione nella digitalizzazione dei processi, abbiamo vinto un progetto (Edunext, ndr) che va nell’ottica della sperimentazione: è in cantiere un sistema di assistente virtuale che permetta agli studenti di interfacciarsi in ogni momento con l’Università. Ma tutto ciò va inserito in un percorso, perché ci teniamo a mantenere la relazione con gli studenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA