Thriller psicologici tra misteri e legami in sospeso

LA RECENSIONE. Quanti segreti si nascondono dentro la quotidianità, quali fili si strappano quando qualcuno all’improvviso scompare?

Thriller psicologici come «Silent Sister» di Megan Davidhizar (Rizzoli) seguono questa traccia addentrandosi nei legami familiari, facendone emergere ombre e contraddizioni. Al centro due sorelle, durante una gita una delle due sparisce, l’altra viene ritrovata ferita lungo il ciglio della strada, senza memoria, con una percezione alterata della realtà. Accettare il dolore e ricucire le ferite dell’anima sarà infine la chiave per trovare le risposte. Un romanzo ipnotico, che gioca sul filo sottile tra normalità e follia.

Cercano di colmare il vuoto, il silenzio, le questioni sospese lasciate da donne scomparse anche Clara e Lily, protagoniste de «Un’altra ragazza scomparsa» di Caitlin Mullen (Sem). L’autrice punta sull’ambiguità tra reale e immaginario e sulla caratterizzazione dei personaggi, muovendosi fra i quartieri di Atlantic City. Le due protagoniste cercano un serial killer, e per fermarlo devono riannodare i fili di giovani vite rimaste in sospeso.

Suspense, atmosfera, un’ambientazione suggestiva sono i punti di forza di «The Forest of Stolen Girls» di June Hur (Giunti). La vicenda si svolge in Corea nel 1426: due sorelle, Hawaii e Maewol, scompaiono in una foresta e vengono ritrovate prive di sensi accanto al cadavere di una donna. Il padre Min indaga sulla loro sparizione e su quella di altre 13 ragazze, avvenuta nella stessa foresta. Il booktrailer ha avuto oltre 4 milioni di visualizzazioni su TikTok: a renderlo così intrigante, anche in questo caso, è il senso di mistero e oscurità che ribolle sotto la superficie dell’apparenza.

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