Shoah, testimonianze e letture per «portare in salvo l’umanità»

GIORNO DELLA MEMORIA. Fondazione La Porta, Anpi e Comunità di San Fermo insieme «contro l’indifferenza che nega le diversità come ricchezza».

Walter Benjamin scrive che «Chi abbia aperto una prima volta il ventaglio della memoria troverà sempre nuovi segmenti, nuove ramificazioni, nessun’immagine gli basterà più, perché ha capito questo: che per quanto si possa dispiegare il ventaglio, è nelle pieghe che sta l’essenziale». È per questo che anno dopo anno si celebra in tutta Europa la Giornata della Memoria. Ed è per questo che anche quest’anno Fondazione Serughetti La Porta, Anpi Città di Bergamo Sezione Eugenio Bruni e Comunità di San Fermo hanno scelto di celebrare insieme questa ricorrenza prestando la propria voce a chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma della Shoah.

La scelta di restare umani

Un percorso di letture che quest’anno si concentrerà sulla scelta di restare umani, attraverso racconti molto brevi di momenti in cui le persone che stavano subendo l’orrore del nazismo hanno scelto di stare dalla parte della dignità, del rispetto, della solidarietà e del rifiuto della violenza. «La memoria - spiega Andrea Pellegrinelli, presidente di Anpi Città di Bergamo - non è solo un fatto personale, ma ha un valore collettivo. Per questo crediamo sia fondamentale ogni anno metterci insieme per celebrare questo momento. E lo vogliamo fare entrando nella profondità della parola».

L’appuntamento è per domenica 28 gennaio alle ore 17 nella chiesa di San Fermo (a Bergamo, in via Santi Maurizio e Fermo 11): le tre organizzazioni daranno voce ad una serie di testimonianze e letture a testi letterari accompagnati da musica dal vivo in un momento di riflessione dal titolo «Portare in salvo almeno la propria umanità».

Tornare lì dove accadde

L’evento rientra nel calendario curato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo in occasione del Giorno della Memoria. «Da dieci anni abbiamo scelto con determinazione di praticare la modalità di leggere testi perché crediamo sia fondamentale tornare lì dove l’evento è stato, nel tempo e nello spazio, con quelle voci che l’hanno vissuto - spiega la presidente della Fondazione Serughetti La Porta, Gabriella Cremaschi -. Non si può pensare alla Shoah senza porsi in presenza delle vittime: prestare le nostre voci per far risuonare le voci che il nazismo voleva far sparire è un’assunzione di responsabilità».

Anche voci giovanili

Le voci che leggeranno i brani scelti saranno quelle dei volontari e delle volontarie delle tre organizzazioni: tra i 15 lettori ci saranno anche 5 giovani, in una logica di passaggio di testimone perché anche le nuove generazioni continuino a fare memoria. Ad accompagnare le letture ci sarà un trio di giovani musicisti che eseguiranno musiche dei campi di concentramento o scritte da compositori ebrei perseguitati. Una Giornata della Memoria che quest’anno interroga non solo sul passato ma anche sul presente che stiamo vivendo a livello internazionale. «Il legame che ci stringe a questa Giornata quest’anno apre un nuovo capitolo, difficile e complicato, perché oggi l’umanità che invochiamo nel titolo continua a sparire – spiega don Biagio Ferrari della Comunità di San Fermo -. Sentiamo il dovere di celebrare il Giorno della Memoria, ma anche di non dimenticare quello che sta accadendo a Gaza ma anche in tanti altri conflitti».

Un anno particolare

«È chiaro che quest’anno - aggiunge Cremaschi - è un anno particolare, ma resta un giorno fondamentale per la democrazia e la convivenza civile di tutta l’Europa che ha fatto di questa memoria il punto di misura del rispetto dei diritti umani. Siamo noi, tedeschi e italiani, che dobbiamo fare i conti con questa storia». Diventa quindi fondamentale fare memoria e ricordare per poter tenere in salvo l’umanità che ci caratterizza. «Celebriamo questo momento - conclude don Omar Valsecchi della Comunità di San Fermo - per salvare la nostra umanità dall’indifferenza di quello che è accaduto e di quello che accade adesso. È stata l’indifferenza, che nega le diversità come opportunità e ricchezza, a causare la Shoah; ed è sempre l’indifferenza a causare i conflitti di oggi. Si tratta di decidere da che parte stiamo: la parte da cui stiamo è quella delle vittime, quelle del regime nazifascista e quelle di oggi».

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