Sharon, sulla sua vita e il compagno sentiti 6 ore fratello, sorella e cognato - Foto

DELITTO DI TERNO. Melody, Cristopher e il cognato Stefano hanno fornito informazioni su abitudini e frequentazioni della barista e il suo rapporto con Sergio Ruocco: nessun sospetto su di lui. Martedì 20 agosto saranno ascoltati di nuovo i genitori.

Escono dal comando provinciale dei carabinieri con i volti tesi, nessuna voglia di parlare con i giornalisti: alla guida della Renault Clio blu elettrico Stefano Campana, accanto a lui la moglie Melody, sorella di Sharon e sui sedili posteriori il fratello Cristopher. Sono le 20,50 e sono passate oltre sei ore da quando, alle 14,40, sono entrati dallo stesso cancello nella giornata di lunedì 19 agosto. I carabinieri hanno voluto risentire fratello, sorella e cognato (senza avvocato, come persone informate sui fatti) per approfondire la vita e le abitudini della barista di 33 anni accoltellata nella notte tra il 29 e il 30 luglio, alle 0,50, in via Castegnate a Terno d’Isola.

Un delitto ancora senza colpevole e in cui nessuna ipotesi è stata scartata: da quella di una persona che la conosceva e aveva una rabbia così forte nei suoi confronti tale da ucciderla con quattro coltellate, al gesto di uno squilibrato che l’ha incontrata per caso e l’ha aggredita magari dopo averle chiesto dei soldi (che non aveva, perché Sharon era uscita con solo le chiavi di casa e il cellulare).

Leggi anche
Leggi anche

Seppure le telecamere gli forniscono un alibi, perché nessuna lo inquadra la notte in cui la compagna è stata uccisa, l’idraulico ed elettricista Sergio Ruocco è punto fondamentale nelle indagini.

Leggi anche
Leggi anche

Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, stanno scavando nel rapporto di coppia per capire se ci fossero crepe, problemi, qualcuno che si era invaghito di Sharon o le faceva delle avances sul lavoro, come ha affermato più volte Mario Ruocco, il padre dell’idraulico. Ma a fratello, sorella e cognato la barista non aveva confidato di qualcuno che le dava fastidio. E su Sergio, da parte di tutti, nessun sospetto. Proprio lunedì mattina Cristopher, ai microfoni di Pomeriggio Cinque, ha risposto di fidarsi di lui «perché mia sorella ci è stata insieme 13 anni». Ruocco peraltro, da quando la loro casa in via Merelli a Terno d’Isola è stata sequestrata, abita con i suoceri e Cristopher nella loro villetta a Bottanuco.

La vita privata sotto la lente

Nei lunghi colloqui di lunedì gli inquirenti non si sono soffermati in particolare sulla notte in cui Sharon è stata uccisa ma più in generale su com’era lei, sulla vita che conduceva, su cosa le piaceva fare e come passava il tempo libero. Si sa che le piaceva leggere, romanzi e libri fantasy, perché ordinava in media un libro al mese in biblioteca, prima a Bottanuco e poi a Terno d’Isola. Ma non si fermava, passava solo a prenderli e tornava a casa. Si sa che si era avvicinata a Scientology, e recentemente anche Sergio l’aveva accompagnata a qualche incontro, ma nulla più di un interessamento superficiale. Dai familiari lunedì sono arrivate molte informazioni sulla vita di Sharon, sulle sue abitudini, frequentazioni, amicizie. Gli inquirenti devono ora metabolizzarle e capire se c’è qualcosa che non torna.

Ora tocca ai genitori

Oggi - 20 agosto - invece saranno risentiti i genitori, Bruno Verzeni e la moglie Maria Teresa, mentre si attendono i risultati dei Ris sui reperti inviati dopo l’autopsia, sui coltelli sequestrati nelle prime perquisizioni e sui campioni di Dna prelevati a familiari, soccorritori e residenti della zona. Lungo anche il lavoro sulle riprese delle telecamere (54 solo quelle comunali), molte di scarsa qualità che devono essere migliorate grazie alle tecnologie a disposizione degli esperti in crimini violenti del Ros. Tra le tante immagini è di particolare interesse quella di una persona in bicicletta che passa in via Castegnate proprio nei momenti in cui Sharon viene aggredita e che potrebbe, se non essere l’assassino, aver visto o sentito qualcosa di estremamente utile alle indagini. «Chi sa parli» è l’appello di tutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA