Sharon, interrogate oltre cento persone. Ruocco: «Un avvocato? Non mi serve»

DELITTO DI TERNO. Lunedì 26 agosto saranno quattro settimane dall’omicidio. Viavai in caserma: sabato 24 sentito anche un sosia di Johnny Depp. Dai carabinieri due volte anche il compagno, ma solo per «formalità»: «Vado e vengo». Oggi (domenica 25) non sarà convocato.

Domani notte (lunedì 26 agosto) saranno passate quattro settimane esatte dall’omicidio di Sharon Verzeni. E in questo mese di indagini gli inquirenti hanno interrogato più di cento persone: dal compagno Sergio Ruocco ai genitori di Sharon, dagli altri parenti ai vicini di casa, dai residenti di via Castegnate a Terno d’Isola ai colleghi del bar «Vanilla Food» di Brembate, fino, ieri, a un sosia dell’attore americano Johnny Depp. Tutti sentiti come persone informate sui fatti, dunque senza avvocato e senza essere indagati.

Il compagno

«Succede tutti i giorni: vado e vengo dalla caserma», afferma Ruocco.

A partire dal compagno Sergio Ruocco, che sabato 24 agosto è stato chiamato per due volte al comando di via delle Valli, ma non per essere interrogato (come in tre occasioni precedenti), bensì per delle formalità amministrative conseguenti ai sopralluoghi di giovedì e venerdì in quella che era la casa sua e di Sharon. «Non ho bisogno di un avvocato», ha ribadito ai cronisti rientrando a Bottanuco attorno alle 10 con la sua Volkswagen Scirocco bianca dopo la prima visita al comando dei carabinieri: «Succede tutti i giorni: vado e vengo dalla caserma. Anche domani (domenica per chi legge, ndr) sarò là. Perché? Me lo spiegheranno domani», ha risposto ai giornalisti. Senza precisare se per «là» intendesse di nuovo il comando dell’Arma o la villetta di Terno. «Da tutte e due le parti», ha abbozzato poco convinto. In realtà oggi (25 agosto) Ruocco non sarà convocato dai carabinieri. «Sergio è andato a firmare il verbale di ieri», puntualizzerà poco più di un’ora dopo Bruno, il padre di Sharon, allontanandosi con Ruocco alla guida della sua Fiat Punto rossa. Qualche ora più tardi – è ormai pomeriggio – Ruocco lascia di nuovo la villa di via Adda a Bottanuco – dove si è trasferito dall’indomani del delitto perché la casa di Terno d’Isola è sotto sequestro – per essere di nuovo accompagnato in caserma a Bergamo: stavolta viene accompagnato con un’Audi A4 grigia.

Gira la voce, subito smentita, che con lui ci sia un avvocato. Anche in questo secondo caso l’idraulico trentasettenne resta dai carabinieri per una decina di minuti per «doverose formalità connesse agli atti di polizia giudiziaria in corso», come preciseranno fonti vicine a chi indaga.

Con i due testimoni sentiti il 24 agosto come persone informate sui fatti salgono a oltre cento gli uomini e le donne che i carabinieri hanno interrogato nel corso delle indagini

Non si tratta dunque di nuovi interrogatori per il compagno di Sharon, ma della necessità di apporre delle firme proprio a seguito dei due sopralluoghi di giovedì e venerdì (22 e 23 agosto) nella villetta, ai quali Ruocco aveva preso parte come proprietario dell’abitazione (gli stessi carabinieri avevano precisato in una nota che la sua posizione di non indagato non era cambiata) e durante i quali sono stati sequestrati un computer di Ruocco (Sharon pare non ne avesse uno) e un suo telefonino che non era stato ancora analizzato. Domenica 25, invece, non sono previste sue convocazioni. Invece domani (lunedì 26), stando a quanto si era lasciato sfuggire l’interessato nei giorni scorsi, Ruocco dovrebbe tornare a lavorare (fa l’idraulico a Seriate). Nel frattempo ieri pomeriggio (24 agosto) al comando provinciale si è presentato, convocato dal Nucleo investigativo, anche un giovane che abita in via Castegnate a Terno, non lontano dal civico 32, davanti al quale Sharon è stata ammazzata. E poi appunto anche il sosia di Depp: al secolo Fabio Del Miglio, uscendo dalla caserma spiega ai cronisti di aver conosciuto Sharon lo scorso 25 luglio, dunque quattro giorni prima che venisse uccisa, al bar di Brembate dove la trentatrenne lavorava: al sosia Sharon avrebbe chiesto di «pubblicizzare qualcosa», ma Del Miglio non è voluto entrare nei dettagli. Con i due testimoni sentiti ieri (24 agosto) come persone informate sui fatti salgono a oltre cento gli uomini e le donne che i carabinieri hanno interrogato nel corso delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio.

Una vita da ricostruire

Alcuni sono stati sentiti anche più volte, come i genitori di Sharon, papà Bruno e mamma Maria Teresa. L’obiettivo di chi indaga è chiaro: ricostruire ogni sfaccettatura della vita privata di Sharon per trovare eventuali ombre o aspetti che possano in qualche maniera far risalire al suo assassino. Ma dalla vita della trentatreenne non sarebbero per ora emerse ombre. Oltre al lavoro al bar di Brembate, non aveva grandi amicizie o frequentazioni. Pochi contatti e poche chat sul cellulare, qualche libro preso in prestito alla biblioteca di Terno e, solo di recente, l’avvicinamento a un gruppo di Scientology di Gorle.

L’ipotesi dello squilibrato

Gli interrogativi senza risposta di questo giallo sono davvero ancora troppi.

Nel contempo pare però non convincere molto l’ipotesi che ad aggredirla a morte possa essere stato uno squilibrato che ha agito per caso quando l’ha vista camminare in via Castegnate. Non si spiegherebbe infatti la ferocia con cui ha sferrato i fendenti: ferocia che solitamente, in casi del genere, lascia intendere un accanimento mirato verso la vittima.

Quindi chi ha ucciso Sharon ormai un mese fa, tendendole un agguato mentre camminava e prendendola alle spalle, la conosceva? Per questo ai soccorritori del 112 è riuscita a dire «mi ha accoltellato» e non un più generico «sono stata accoltellata»? E, ancora: l’assassino si è piazzato in quel punto di via Castegnate sapendo che quel tratto non è coperto dalle telecamere? A un mese dalla morte di Sharon gli interrogativi senza risposta di questo giallo sono davvero ancora troppi.

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