E così, il tribunale popolare che è in udienza permanente dalle Alpi Aurine a Capo Passero stasera sarà accontentato: la ghigliottina calcistica tricolore cadrà sulla testa di Gianluca Scamacca, condannato a colpevole unico e assoluto della magra figura raccolta dall’Italia contro la Spagna. A meno di clamorosi cambi di scenario, stasera contro la Croazia Spalletti si giocherà gli ottavi facendo quel che un allenatore non dovrebbe mai fare: cambiare a furor di popolo. E invece lo farà, in attacco e non solo. Ma è in attacco che si è scatenata la cajenna dei social – e pure dei giornali nazionali – prendendo di mira soprattutto Scamacca. Perché se la Nazionale contro la Spagna è stata umiliata in ogni parte del campo, se non è mai riuscita minimamente a controbattere e a superare la metà campo, se non ha messo in fila tre passaggi, evidentemente era colpa solo di Scamacca. E quindi via di cliché che vestono su tutto: due clic su google e vai di articolesse. Scamacca e la pigrizia (copyright anche di Spalletti, purtroppo), Scamacca e i tatuaggi, Scamacca e la maledetta playstation. Conta niente quel che la Nazionale (non) ha fatto sul campo, conta niente quel che Scamacca ha fatto soprattutto nella seconda parte della sua stagione atalantina. Il campo parla ed è l’unica cosa che conta, si dice di solito. Ma non quando serve un colpevole purchessia, e allora la Nazionale la salverà Retegui, dicono. Bergamo s’indigna, giustamente, davanti all’indice puntato unicamente sul «suo» centravanti . Anche se a dire il vero non proprio tutta Bergamo ne avrebbe diritto. Perché se siamo onesti non possiamo dimenticare che certe cattiverie su Scamacca sono state dette e scritte anche qui, quando Scamacca ha faticato a ingranare. Quando serviva pazienza - come quella che servirebbe adesso - e invece su Scamacca si riversavano giudizi definitivi e qualche badilata scomposta di veleno.