La salute / Bergamo Città
Sabato 14 Dicembre 2024
Ricerca e pratica clinica per essere vicini al malato
IL CONVEGNO . Alberto Bombassei, presidente From: sono un elemento chiave «per comprendere gli esiti delle cure e apportare miglioramenti tangibili».
L’Auditorium «Lucio Parenzan» dell’Ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo ha ospitato venerdì un convegno di formazione sul tema «Dalla Terapia intensiva a casa – Il percorso del paziente verso il reinserimento nella società dopo la malattia critica». L’iniziativa, promossa da Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dalla Fondazione From (Fondazione Ospedale di Bergamo Ets), ha messo al centro il tema della riabilitazione e del reinserimento dei pazienti dopo un’esperienza in Terapia intensiva, analizzando i vari aspetti che vanno dalla ripresa fisica e psicologica al monitoraggio della salute fino ai servizi socioassistenziali disponibili.
Lo stato dell’arte
Il convegno ha visto la partecipazione di un ampio numero di esperti, tra cui medici rianimatori, anestesisti, infermieri, medici di medicina generale, e rappresentanti delle associazioni di pazienti, che hanno offerto un quadro completo delle problematiche affrontate dai pazienti critici durante il loro ritorno alla vita quotidiana. Questo incontro ha rappresentato un’opportunità per discutere dello stato dell’arte nel territorio bergamasco, con particolare attenzione al ruolo della ricerca, che consente di tracciare e migliorare gli esiti clinici per favorire un’assistenza sempre più efficace e personalizzata.
Ad aprire i lavori, gli interventi istituzionali di Mauro Moreno, direttore sanitario di Asst Papa Giovanni XXIII, Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Bergamo, e Alberto Bombassei, presidente di From. Successivamente si sono alternati importanti relatori, tra cui Luca Lorini, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione 2 dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, Nicola Latronico (Asst Spedali Civili di Brescia), Giuseppe Citerio (Asst Brianza e Università di Milano-Bicocca), Giuseppe Remuzzi (direttore Irccs Mario Negri), Silvia Galeri (direttrice Riabilitazione Asst Papa Giovanni XXIII), Paola Dellera (Aatc – Associazione Amici Traumatizzati Cranici Bergamo), e Giovanni Faggioli della Cooperativa Bonne Semence. La giornata si è conclusa con una tavola rotonda per stimolare proposte concrete e migliorare ogni tappa del percorso riabilitativo, sia in ospedale che sul territorio.
Alberto Bombassei, presidente di From, ha sottolineato l’impegno della Fondazione nell’integrare la ricerca con la pratica clinica e i servizi socioassistenziali, ponendo il paziente e i suoi bisogni al centro. Ha evidenziato l’importanza di sviluppare percorsi che uniscano ospedale e territorio per accompagnare il paziente non solo durante la fase acuta della malattia, ma anche nella delicata transizione verso il ritorno a casa e alla normalità. La ricerca, secondo Bombassei, è un elemento chiave per comprendere gli esiti delle cure e apportare miglioramenti tangibili.
Mauro Moreno, direttore sanitario di Asst Papa Giovanni XXIII, ha ribadito che l’ospedale deve essere parte di un sistema integrato, in grado di fornire continuità assistenziale ai pazienti e alle loro famiglie. Con la recente riforma del sistema sociosanitario in Lombardia, emerge con forza la necessità di considerare il paziente anche dopo le dimissioni, garantendo un supporto costante nella gestione della sua nuova quotidianità. Questo è particolarmente cruciale per i caregiver, spesso poco preparati ad affrontare i cambiamenti derivanti dalla malattia. Moreno ha sottolineato come eventi come il convegno di venerdì permettano di analizzare esperienze e criticità, coinvolgendo attivamente i professionisti della sanità e le associazioni dei pazienti in un confronto utile per migliorare il sistema.
Francesco Biroli, responsabile dell’Area Neuroscienze di From, ha spiegato come l’idea del convegno sia nata dall’osservazione diretta delle difficoltà incontrate dai pazienti con lesioni neurologiche gravi. Tali lesioni comportano spesso conseguenze fisiche, cognitive e comportamentali che necessitano di un approccio altamente personalizzato. Biroli ha evidenziato che la ricerca sugli outcome, ovvero sui risultati in termini di salute e qualità della vita, è essenziale per garantire un percorso di cura efficace. Ha inoltre ribadito che la collaborazione tra ospedale e territorio è fondamentale per assicurare che i pazienti ricevano il supporto necessario in ogni fase della loro ripresa.
Paolo Gritti, responsabile scientifico dell’evento, ha posto l’attenzione sul «dopo» della Terapia intensiva, una fase spesso trascurata ma cruciale per il recupero dei pazienti. Secondo Gritti, la Terapia intensiva salva la vita, ma il ritorno alla normalità richiede tempo, supporto e una riabilitazione mirata. I pazienti, una volta dimessi, vengono seguiti da un team multidisciplinare di riabilitatori, fisioterapisti, neuropsicologi e medici di medicina generale, che li aiutano a superare le difficoltà fisiche e psicologiche. Gritti ha sottolineato l’importanza di monitorare gli esiti delle cure per migliorare i protocolli, favorendo un approccio più umano e mirato.
Davide Corbella, dirigente medico presso Asst Papa Giovanni XXIII, ha approfondito il tema del monitoraggio post-ricovero, con particolare riferimento ai pazienti trattati in neurorianimazione. Tali pazienti presentano spesso conseguenze gravi che richiedono un follow-up accurato, ma lo stesso principio può essere esteso a tutti i pazienti critici. Corbella ha sottolineato come eventi come questo convegno rappresentino un’occasione preziosa per confrontarsi sulle sfide della riabilitazione e individuare soluzioni pratiche, in sinergia con la ricerca.
Strategie condivise
Il convegno ha rappresentato un momento di confronto prezioso per tracciare strategie condivise sul recupero dei pazienti critici, evidenziando l’importanza di un sistema sanitario integrato e multidisciplinare. La continuità assistenziale, il sostegno psicologico e fisico e il coordinamento tra ospedale e territorio sono stati identificati come pilastri fondamentali per accompagnare il paziente in ogni fase del suo percorso. La ricerca, strettamente connessa alla pratica clinica, è emersa come elemento chiave per monitorare gli esiti e migliorare le cure, con l’obiettivo di offrire un’assistenza sempre più vicina ai bisogni concreti dei pazienti e delle loro famiglie.
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