«A prile e maggio sono i mesi del raccolto di quanto hai seminato in precedenza. E il nostro raccolto sarà sicuramente positivo perché noi sappiamo chi siamo e sappiamo da dove veniamo. Per questo di obiettivi non ne scelgo, nemmeno per gioco...». Dal ponte di comando, mentre la nave nerazzurra lascia il porto dell’ultima sosta stagionale per addentrarsi verso un mare aperto pieno di onde insidiose, Luca Percassi scruta l’orizzonte con il cannocchiale. Per la prima volta nella sua storia l’Atalanta è in corsa su tre fronti a questo punto della stagione, e la prospettiva lo stuzzica più del rischio di restare a mani vuote dopo un cammino che finora per sette mesi su nove è stato l’ennesimo capolavoro. Ma l’amministratore delegato va anche oltre l’orizzonte: mercato («Koopmeiners non è ancora stato venduto, né ha chiesto di esserlo») e assetto societario; nuovo stadio e vivaio; un ciclo indimenticabile ormai chiuso e uno che si è ormai aperto a tutti gli effetti. In maniera indolore e senza perdere di qualità. «Quando mio padre Antonio ha rilevato l’Atalanta nel 2010 – ricorda Luca Percassi – il nostro obiettivo dichiarato, che sembrava difficilissimo da raggiungere, era quello di riuscire a restare per dieci anni di fila in Serie A. Siamo andati ben oltre, e oggi il solo poter pensare di poter raggiungere qualcosa di più grande ci riempie di orgoglio: e lo saremo comunque se arriveremo alla fine senza avere rimpianti».
Sabato a Napoli comincia un’altra serie di partite di fuoco per l’Atalanta: 9 partite in 28 giorni fra campionato, Coppa Italia ed Europa League. Mai, nella storia, la squadra era stata in corsa su tre fronti in aprile. Eppure il bello (o il difficile) deve ancora arrivare. Alla fine sarete soddisfatti se...
«Quello che abbiamo raggiunto è già qualcosa di veramente importante. La nostra gratificazione più alta è vedere il senso di soddisfazione e la passione che la nostra gente ci trasmette mette quando otteniamo vittorie importanti, come quella in Europa League con lo Sporting. Questo ci dà grande forza e grande orgoglio, ora la nostra volontà è continuare a vivere il più possibile altre situazioni di questo tipo. Per rispondere alla domanda, saremo soddisfatti se, arrivati alla fine, non avremo alcun rimpianto. L’Atalanta in questi anni ha dimostrato che tutto quello che si è conquistata se l’è conquistata sul campo, dando sempre il massimo partita dopo partita, e uscendo sempre senza rimpianti. Questo è il nostro obiettivo, poi vediamo cosa succede».
Non parliamo allora di obiettivi, ma di fronti aperti. Discorso campionato: nelle prossime partite (Napoli a parte) niente big, ma troverete squadre alla disperata ricerca di punti salvezza. Possiamo dire che la salita è quasi finita, ma la discesa che arriva adesso è piena di curve insidiose?
«Sì, il campionato italiano ha dimostrato dimostra costantemente quanto sia competitivo. Lo dimostra la classifica. A livello europeo, con la Premier League, è sicuramente il più difficile: puoi vincere o perdere contro chiunque. sabati giochiamo in casa dei campioni d’Italia, che hanno tante individualità e tanta qualità, ma anche le partite successive saranno molto, molto difficili. E sappiamo che dovremo affrontarle al meglio per raccogliere più punti possibile».