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Lunedì 24 Giugno 2024
Paina ha spiegato le ali: era cuore e passione
IL LUTTO. Per uno che giocava, bene, a pallone e si chiamava Angelo, non era difficile pronosticare che sarebbe volato via di domenica. Angelo Paina, 75 anni, attaccante atalantino dal 1977 al 1979, ha detto che bastava così, dopo gli ultimi anni di sofferenza estrema.
Ha spiegato le ali il 23 giugno mattina per raggiungere orizzonti finalmente senza affanni e dolori. Per uno bello, dentro e fuori, come lui, dev’essere stato davvero difficile. Molto di più, paradossalmente, per chi andava a trovarlo all’istituto Don Palla di Piazza Brembana, che lo ospitava dal 2017.
Michele Iagulli, presidente dell’istituto, ne ha un ricordo commosso: «Angelo era una gran bella persona e un paziente dolcissimo. Ricordo che qualche anno fa, su iniziativa del vicepresidente Livio Ruffinoni, festeggiammo il suo compleanno facendogli avere una maglia dell’Atalanta firmata dal presidente Percassi, che fu anche suo compagno di squadra per un anno».
«Quando arrivai a Bergamo - ricorda Carlo Osti- fu per me un importante punto di riferimento. Mi trattava come un fratello minore ed era pieno di attenzioni nei miei confronti. Una sera volle portarmi a cena, io ero un po’ titubante alloggiando alla Casa del Giovane sotto la sorveglianza di don Minelli, ma lui fu irremovibile. Andammo al Papillon ed eravamo in cinque: io, Angelo, il mitico Pezzotta dalla stretta di mano stritolante, Ornella Muti col marito Federico Fachinetti. Pezzotta strinse la mano alla Muti facendola piangere, ma per me fu una serata indimenticabile. Mi spiace davvero tanto».
La carriera
Angelo Paina era nato il 19 aprile 1949 a Mirabello, piccolo borgo agricolo, frazione di Senna Lodigiana, ed aveva iniziato nelle giovanili del Milan, punta dal fisico prestante, per essere poi dirottato al Padova e poi alla Triestina, dove realizza 24 gol in 69 presenze. Il Milan lo richiama nel 1970, ma lo spedisce l’anno dopo a Taranto dove incontra mister Mario Caciagli e gioca tre campionati in cadetteria segnando 16 gol. Va meglio a Ferrara, altri tre tornei e 26 reti, fino al passaggio all’Atalanta dove si fermerà per due campionati con 43 presenze, tra campionato e coppe, e 7 reti realizzate.
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