Overtourism anche sul lago: «Parcheggi? Ci sono, i turisti paghino»

SEBINO. Ennesimo weekend con auto posteggiate in ogni angolo a lato della stretta litoranea Riva di Solto-Castro. Si fanno i conti con la sosta selvaggia. «Gli spazi per fermarsi ci sono, basterebbe pagare e fare qualche passo in più».

Appartamenti in affitto per pochi giorni e immondizia che, quando va bene, deborda dai cestini; spiagge e aree picnic intasate con elevati tassi di nervosismo; borsoni pieni di bibite, panini e pizzette riempiti a casa invece che nei negozietti che resistono tutto l’anno. Ma nell’Alto Sebino, in particolare tra Castro, Solto Collina e Riva di Solto, se davvero si può parlare di overtourism, il problema principale riguarda la viabilità e i parcheggi: l’incantevole strada litoranea, celebrata da guide turistiche e influencer vari, il sabato e la domenica diventa un imbuto. «Chi prima arriva, meglio alloggia», recita il proverbio che trova conferma in riva al lago: a bordo strada, in Grè, le auto occupano tutti gli spazi disponibili, anche quelli delle proprietà private; nell’area feste di Castro i veicoli vengono lasciati in sosta anche fuori dagli stalli, a ridosso della spiaggia; a Riva di Solto bisogna stare attenti alle auto lasciate sulla banchina. Le targhe sono anche polacche e francesi, tedesche e olandesi: i posti più ambìti sono sotto gli alberi, alla ricerca di un po’ d’ombra; qualcuno, esasperato per la sosta selvaggia, è passato al contrattacco e nei giorni scorsi, in Grè, sono stati trovati dei pezzi di fili di ferro sotto le ruote delle auto.

«Abbiamo provato a raggiungere il Bogn a Riva di Solto – racconta una coppia di Calcinate che prende il sole nella spiaggetta in Grè, tra Solto e Castro – ma non ci siamo riusciti perché la strada è una sola e stretta, le manovre sono difficili: tutti non ci stiamo». Un ragazzo che arriva da Milano con la sua fidanzata ha appena lasciato l’auto di fronte al capannone di «Marini Marmi»: «Abitando in città sono abituato a cercare parcheggio, ma qui mi è andata bene». Quando però si accorge del cartello di divieto di sosta aggiunge: «Chiedo scusa, la sposto subito», e vaga per un altro quarto d’ora aspettando che si apra un varco nella colonna di auto attaccata alle rocce.

I titolari dell’attività estrattiva del Ceppo di Grè, allargano le braccia: «Per noi – spiega Giulio Marini – inizia a essere un problema: ci è capitato più volte, il lunedì, di trovare rotte le lastre di pietra pronte per essere spedite ai clienti cadute dai loro pallet perché urtate dalle auto. Purtroppo in questi giorni abbiamo dovuto mettere una catena per delimitare almeno l’area di accesso alla cava, perché altrimenti non riusciamo più neppure a fare entrare mezzi e operai».

Fenomeno overtourism

Chi ha in concessione un’area si attrezza: «SportAction» ad esempio ha un parcheggio riservato ai clienti, l’associazione di surfisti di Bergamo lascia entrare soltanto i veicoli dei propri soci. A Riva di Solto i camperisti, legittimamente, parcheggiano nell’area vicina al campeggio e poi usufruiscono dei servizi di questa attività: «Ma non sarebbe meglio che entrassero addirittura con i loro mezzi? Evidentemente preferiscono non pagare la piazzola…». Ma a fare i conti in tasca agli altri sono tutti bravi, certo è che la mancanza di un servizio base come il parcheggio rischia di penalizzare tutta l’economia messa in moto dal turismo. Per prendere posto in Bogn ci si mette in cammino al mattino presto con ombrelloni e borse frigo, tutti alla ricerca di quella «esperienza» a cui non si può proprio rinunciare, ma poi la delusione è dietro l’angolo: «Bellissimo, ma mi aspettavo di più – racconta una mamma milanese, mentre il marito cerca parcheggio con i due figli –, è la prima volta che veniamo, perché ho visto un post su Instagram che faceva vedere “la Thailandia della Lombardia”. Così abbiamo fatto un giro e adesso cerchiamo un posto per fare il bagno». La terrazza panoramica di Castro, affacciata sul lago e sulla foce del Borlezza, mette a disposizione anche tre posti auto: «Sono arrivato alle otto – ammette un ragazzo di Monza – e non mi sono più spostato: mi pare che i problemi della strada siano più che altro per i mezzi grossi, come i camper. Ma se ci sono turisti, arrivano anche soldi, e quindi va bene così. Oppure no?».

«I parcheggi a pagamento ci sono»

Prove generali di overtourism e traffico eccezionale (che dura soltanto pochi giorni all’anno?) sono sui tavoli degli amministratori di Castro, Solto Collina e Riva di Solto, che in questi giorni sono sollecitati da turisti e visitatori per la mancanza di parcheggi. «Mancanza? Diciamoci la verità – replica seccamente Patrizia Carizzoni, sindaca di Castro –, mi sembra che i nostri turisti vogliano la botte piena e la moglie ubriaca, perché di parcheggi ce ne sono eccome, ma sono a pagamento. L’area sosta della “Lucchini”, specialmente in agosto, quando la fabbrica è ferma, è quasi sempre vuota, anche quando le auto si ammucchiano sul lungolago. Sinceramente siamo infastiditi da questo atteggiamento: pretendere di avere tutto e gratis e lamentarsi se invece bisogna pagare qualche euro (uno all’ora fra le 9,30 e le 12,30 e fra le 14,30 e le 19, ndr) per passare la giornata sul lago. Ai vigili abbiamo chiesto di fare qualche controllo in più e di non avere timore a multare i turisti: oltre al piazzale della “Lucchini”, in paese ci sono altri parcheggi. Certo, non a pochi passi dal lago, ma un minimo di sforzo credo che possiamo chiederlo». Tino Consoli, vice sindaco di Solto Collina, si dice invece preoccupato per la situazione che si crea in Grè, «un’area dove il nostro Comune non ha proprietà e quindi ha le mani legate: non possiamo quindi pensare di realizzare un parcheggio, di cui oggi sicuramente ci sarebbe bisogno, e mi auguro che i privati della zona trovino il modo per conciliare le proprie esigenze con quelle dei turisti e dei visitatori. Abbiamo lavorato tanto per innescare il turismo sul nostro lago, oggi non possiamo certo respingere chi viene a trovarci. Anzi, come amministrazione stiamo predisponendo un progetto insieme all’Autorità di bacino per sistemare il tratto di sponda demaniale utilizzata come spiaggia libera per renderla ancora più accogliente».

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