«Ottant’anni fa il generale Cadorna in cascina: si fermò a riposare»

GANDINO. I racconti di Battista Bertocchi e della nipote Ivana rievocano il paracadutaggio del 12 agosto 1944 sul monte Sparavera.

«La nostra famiglia prestò la prima accoglienza al generale Raffaele Cadorna, che si era appena paracadutato in Sparavera, nella notte del 12 agosto 1944». È la testimonianza di Battista Bertocchi, che quella mattina c’era, e della nipote Ivana Caccia, che riporta i ricordi della scomparsa madre Genoveffa Bertocchi.

Battista e Genoveffa, che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 6 e 15 anni, erano figli di Vincenzo Bertocchi, che insieme ai fratelli, in particolare alla sorella Maddalena, teneva la cascina Comunaglia, a pochi metri dalla Pozza dei Sette Termini sul Monte Sparavera. È alla pozza che Raffaele Cadorna, comandante del Corpo volontari della Libertà (e figlio di Luigi, condottiero dell’Esercito Italiano nella Prima guerra mondiale), venne paracadutato perché raggiungesse Ranzanico per unirsi ai partigiani. Proprio nei pressi del monumento eretto alla pozza, il Comune di Gandino ha organizzato per lunedì 12 agosto, in ricordo degli 80 anni dall’aviolancio, una giornata dedicata all’evento, con tanto di relazione storica ed escursione nei luoghi della Resistenza.

Gandino ha organizzato per lunedì 12 agosto un evento in ricordo degli 80 anni dall’aviolancio del generale Cadorna

«Eravamo una famiglia di malgari – prosegue il racconto di Battista Bertocchi – e praticavamo la transumanza, con oltre 150 mucche. Ci conoscono come i “Canalina”. Abitavamo a Peia, ma la Comunaglia era la residenza delle belle stagioni. Ci alloggiavamo in 24: io ero quarto di 8, tra 5 fratelli e 3 sorelle, mentre Genoveffa era la seconda».

Il caffè rifiutato

Cadorna e gli altri che erano atterrati con lui bussarono alla porta dei Bertocchi, forse perché era il casolare più vicino, e dopo il volo da Brindisi avevano bisogno di cure e riposo (anche se dovevano andarsene subito, perché era già in atto un rastrellamento fascista): «Da quanto mi riferì mia mamma, entrò in cascina quest’uomo, appena paracadutato nel vuoto, che pareva un fantasma, e forse pure lui pensava di esser nell’aldilà». «Lo medicò mia zia Maddalena, perché era ferito a una gamba – aggiunge Battista –. Si fermò a riposare e poi gli indicammo la via per il Lago d’Endine».

Mamma Genoveffa si ricordava alcuni ulteriori particolari: «Cadorna aveva con sé – spiega Ivana – un pacco di soldi, che poggiò sulla finestra. Disse che era denaro per la guerra». E c’è un episodio curioso: «Dai ricordi di mia mamma, gli offrirono del caffè e lui chiese se fosse caffè “autarchico”. Come seppe che era quello di cicoria, il surrogato del regime, rifiutò, non so se per motivi di distanza politica o perché semplicemente non gli piaceva (ride, ndr). Alla fine preferì del latte, che bevve con gusto».

Il programma di lunedì 12 agosto

Per ripercorrere la storia dell’aviolancio e la Resistenza sui nostri monti, lunedì il ritrovo è al monumento per le 10, quando è in programma una relazione storica curata da Andrea Pellegrinelli, esperto delle vicende partigiane. Alle 10.30 i partecipanti si avvieranno verso la Baita Monte Alto, sul sentiero 544B appena risistemato dai volontari di Anpi, Cai e Comune, passando (intorno alle 11) dalla Colonia Rudelli. È previsto per le 12 l’arrivo alla Baita, già sede del comando della 53 Brigata Garibaldi «13 Martiri di Lovere», dove il Comune offrirà una «casoncellata partigiana». Per raggiungere la Pozza dei Sette Termini si consiglia di parcheggiare l’auto in Valpiana munita di «Gratta e Sosta» (acquistabile negli esercizi pubblici di Gandino al costo di 2,50 euro). Da lì si raggiungono la Malga Lunga (sede del Museo Storico della Resistenza Bergamasca) e il monumento al generale Cadorna. L’appuntamento fa parte di una serie di eventi organizzati dal Comune insieme all’Anpi Valgandino (sezione «Bepi Lanfranchi»), che dal 2023 e fino al 25 aprile 2025 hanno ricordato e ricorderanno i maggiori episodi della Liberazione legati proprio al territorio di Gandino.

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