Omicidio Sharon, prelevati pc e telefoni del compagno Sergio Ruocco

DELITTO DI TERNO. Nuovo sopralluogo nell’appartamento di via Merelli, il compagno di Sharon Sergio Ruocco: «Avevo più di un cellulare, lei no e non aveva il pc». La famiglia Verzeni: «Non risparmieremo le energie sino a quando non sarà individuato l’autore».

Perché prelevare a quasi un mese dal delitto cellulari e pc portatile di Sergio Ruocco? A questa domanda gli inquirenti che indagano sull’omicidio di Sharon Verzeni non rispondono. Ma è chiaro che dalle audizioni di questi giorni siano emersi nuovi elementi che lo hanno reso necessario. La notte del delitto, tra il 29 e il 30 luglio, i carabinieri del Nucleo investigativo e quelli della Scientifica erano entrati nell’appartamento della coppia in via Merelli e avevano sequestrato i cellulari di Sharon e del compagno, sui cui sono tuttora al lavoro per eseguire la copia forense alla ricerca di messaggi, chat, fotografie anche cancellati. Tutta l’abitazione era stata sequestrata, quindi anche tutto il contenuto.

Il secondo sopralluogo

Giovedì (22 luglio) mattina, insieme a Ruocco, i carabinieri sono tornati per un brevissimo accesso durato meno di 15 minuti. Venerdì 23, sempre alla mattina, ne hanno fatto un secondo: sono usciti dalla caserma di via delle Valli alle 11,40 e sono rimasti a Terno d’Isola dalle 12 alle 12,30. Come il giorno prima, hanno parcheggiato le auto (ieri erano due) nel garage e sono saliti al primo piano, anche l’idraulico con la tuta bianca. Ne sono usciti con un pc portatile e dei cellulari, appartenenti a Ruocco e non a Sharon, come lui stesso ha spiegato ai cronisti quando nel pomeriggio è tornato a Bottanuco a casa dei suoceri.

«Un sopralluogo diverso da ieri – ha riferito –: hanno prelevato altre cose, dispositivi, cellulari, computer. Perché io avevo più di un cellulare». Sharon no, «lei non aveva il pc e aveva un solo cellulare». Ruocco ha poi precisato di non essere stanco di queste continue convocazioni: «Che mi chiamino, anzi meglio, ma oggi non sono stato sentito».

Il comunicato della famiglia

Nessuna nuova audizione quindi, ma la sua presenza era necessaria per tornare nell’appartamento e prelevare i dispositivi su cui saranno eseguiti i nuovi accertamenti. Venerdì mattina 23 agosto, alle 8,30, è entrato al comando provinciale dei carabinieri l’avvocato della famiglia Verzeni, Luigi Scudieri, che in serata ha inviato un comunicato: «I familiari di Sharon, per il tramite del proprio legale di fiducia, hanno partecipato all’avvio di ulteriori accertamenti svolti presso la polizia giudiziaria ai quali avevano diritto di assistere, in qualità di persone offese. La famiglia di Sharon non risparmierà le proprie energie sino a quando non sarà individuato l’autore del barbaro assassinio. Ringrazia gli inquirenti per gli sforzi messi in capo per giungere il prima possibile alla verità. Con il proprio riserbo intende tutelare l’immenso dolore e le indagini in corso».

Leggi anche
Leggi anche

Le indagini proseguono

Sentite anche le colleghe del bar «Vanilla di Brembate. Attesa dal Ris per i risultati delle analisi

Alle 10,30 è stato nuovamente ascoltato come persona informata sui fatti, per la terza volta, il padre di Sharon, Bruno, per circa un’ora e mezza: «È per la conferma delle dichiarazioni che abbiamo fatto» si è limitato a dire al ritorno a casa.

Gli investigatori attraverso le continue audizioni stanno inquadrando la situazione familiare in modo da avere chiaro il profilo di tutti i soggetti. Come il padre, anche ieri sono state ascoltate a sommarie informazioni le colleghe di lavoro del bar «Vanilla» di Brembate, dove era stata introdotta a Scientology, alcuni appartenenti che la conoscevano, residenti di Terno d’Isola che quella sera sono passati per via Castegnate o che abitano nelle vicinanze e potrebbero aver visto o sentito qualcosa.

I Ris di Parma non hanno ancora inviato i risultati delle analisi sui vestiti di Sharon e i tamponi eseguiti durante l’autopsia e sui coltelli sequestrati. Non è detto che l’assassino abbia lasciato il suo Dna, e in ogni caso fino a quando non si troverà quello del presunto killer non c’è un campione con cui comparare quelli che sono stati prelevati in queste settimane. Un sopralluogo dei Ris nell’appartamento di via Merelli è in programma, ma non ancora fissato. Intanto emerge un dettaglio sulla telefonata fatta da Sharon al 112: «Aiuto, mi ha accoltellato, sono a Terno» ha detto dopo essere stata aggredita, senza fare nomi. Quella parola al singolare basta per dire che conoscesse l’assassino? No ma è significativo, e le indagini sembrano andare ora in quella direzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA