U n pareggio conquistato con qualche fatica tiene in corsa l’Atalanta per la finale di Dublino. Anzi, a ben vedere la pone in una posizione di leggero vantaggio rispetto alla squadra di Gasset, perché il giorno 9 i nerazzurri potranno giocare i 90 minuti decisivi tra le mura amiche del Gewiss Stadium, anziché nell’infuocato clima del Vèlodrome. Il risultato di 1-1 della gara d’andata è maturato nel corso del primo tempo, e la rete dei nerazzurri porta ancora una volta la firma di Gianluca Scamacca. Una conclusione rasoterra dal limite destro dell’area di rigore di Pau Lopez, effettuata in piena libertà dal centravanti nerazzurro all’11° minuto, e dal valore di 0.23 xG. Quel tiro risulterà anche l’occasione più ghiotta capitata ai nerazzurri, che termineranno l’incontro con dati offensivi sotto media: 8 conclusioni effettuate; 3 finite nello specchio della porta avversaria; 0.84 xG complessivi.
La rete del centravanti nerazzurro è stata per certi versi illusoria. Per come è maturata, ha evidenziato i problemi di staticità e difficoltà di letture della retroguardia francese, che priva del suo leader Gigot (a Bergamo sarà del match), è parsa facilmente perforabile. È con ogni probabilità legata a questa problematica la scelta del tecnico transalpino di adottare una difesa a cinque, con i tre elementi centrali molto stretti tra loro. L’obbiettivo: creare densità sul centro, senza concedere troppa libertà sugli esterni alla formazione di Gasperini.
Dopo quella occasione però, l’Atalanta si è inceppata. Ha faticato a ritrovare i giusti equilibri dopo l’uscita dal campo di Kolasinac, e ha sofferto le progressioni individuali dei giocatori di Gasset. L’Olimpique Marsiglia al termine della gara ha messo a referto ben 40 dribbling effettuati, di cui 22 (il 55%) vinti. Il dispositivo di marcature individuali (per zone di campo e situazioni) proposto da Gasperini è andato in difficoltà.