Nelle valli bergamasche ancora tanta neve, ma in quota. Resta marcato il pericolo valanghe

ESCURSIONI. Un metro sui versanti a nord. Il nivologo: fiocchi sempre più in alto. Decenni fa si sciava a novembre e maggio.

Impianti di risalita per lo sci chiusi. Ma le Orobie - e siamo al 20 aprile - restano ancora ben innevate (buona riserva idrica, quindi, per i prossimi mesi): la neve si può trovare, con gioia degli scialpinisti, dai 1.500 metri sui versanti nord e dai 2.300 metri nelle esposizioni a sud.

Scenario insolito? Guardando a qualche ultima stagione si potrebbe dire di sì. Non certo se il confronto è con il passato più lontano quando la neve, nelle stazioni sciistiche più in quota, restava anche a fine aprile. E c’è chi ricorda di gare disputate a inizio maggio.

Un metro a San Simone

A sabato 19 aprile si superava ancora il metro di neve sulle piste alte di San Simone (Valleve), area esposta a nord che tradizionalmente è tra le ultime a vedere i prati verdi e ospita quindi numerosi scialpinisti. La centralina del servizio regionale segnalava invece 74 centimetri la quota neve ai quasi 2.000 metri del lago Fregabolgia di Carona, zona dove domenica scorsa si è disputato il trofeo di scialpinismo «Parravicini».

Neve anche a 1.700 metri

«Dal 13 al 15 aprile sono scesi circa 30 millimetri di pioggia anche ad alta quota - spiega il nivologo, consulente per la Provincia, Federico Rota - altri 60 millimetri giovedì, diventata neve nell’ultima fase, scesa anche a 1.700 metri. Ora la neve si trova oltre i 2.300 metri sui versanti sud, a 1.700 metri a nord».

«La quota neve - continua Rota - nel corso dei decenni si è progressivamente alzata. Un tempo non era raro sciare già da inizio novembre e poi a fine aprile e maggio. Oggi può capitare di avere nevicate anche a quote basse, magari a stagione avanzata, ma poi la neve si scioglie rapidamente».

Il rischio valanghe

Neve che oggi resta presente ad alta quota, determinando anche un rischio valanghe (secondo il bollettino di Regione Lombardia) marcato (livello 3 su una scala da uno a cinque).

E viste le previsioni di pioggia la maggior parte dei rifugi orobici aveva preventivamente deciso di posticipare l’inizio della stagione al prossimo fine settimana. Chi invece aveva già manifestato la volontà di rimanere aperto è Chicco Zani, gestore dell’Albani (in Valle di Scalve). «Abbiamo deciso di rimanere qua fino a Pasquetta e poi ci prenderemo un periodo di meritato riposo; riapriremo probabilmente il 13 giugno. Qui il panorama è ancora decisamente invernale, soprattutto se si getta lo sguardo verso la parete nord della Presolana».

«Sentiero percorribile in sicurezza»

«Dopo le recenti nevicate il rialzo delle temperature ha provocato il distacco di alcune piccole valanghe dai vari canali che solcano la parete nord della Presolana ma ricordo che il sentiero indicato con il segnavia Cai numero 403 è ben tracciato e percorribile in condizioni di sicurezza», continua.

In Val Seriana, invece, una delle mete più gettonate nei brevi periodi di tregua del maltempo è stato il lago di Coca. Benché la neve sia presente solo a monte dell’omonimo rifugio il panorama di cui si può godere, una volta giunti nella Conca dei Giganti, è veramente unico.

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