«Nelle loro lettere i detenuti spiegano ai miei studenti che cosa significa sbagliare»

L’INTERVISTA. Adriana Lorenzi, scrittrice e insegnante, racconta del suo impegno ventennale alla casa circondariale di Bergamo nei laboratori di scrittura con i detenuti.

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Il suo sogno di bambina? Diventare una lettrice e una scrittrice: Adriana Lorenzi lo ha realizzato e ci ha unito anche la rara abilità di essere formatrice e insegnante tra la casa circondariale di Bergamo e una scuola secondaria di primo grado della provincia di Bergamo.

«Cerco - racconta nella video intervista de L’Eco di Bergamo Incontra - di trasformare ciò che vivo in scrittura. La mia scrittura è una scrittura di esperienza: mi succede qualcosa e ho voglia di provare a rifletterci con la parola».

Nel suo ultimo libro «Dalla parte sbagliata» (Sensibili alle foglie editore, 2022) ripercorre in forma di finzione letteraria l’esperienza ormai ventennale di laboratori di scrittura nel carcere di Bergamo. «Cerco di lavorare sulla dimensione rieducativa dei detenuti in carcere: avere con loro uno spazio in cui si riflette su quello che è stato e che potrebbe essere, ripensare a ciò che è accaduto, passare dal “così è stato” al “così ho fatto” in un’assunzione di responsabilità».

E speciale è il rapporto che è riuscita a costruire a distanza tra i detenuti e i suoi studenti attraverso uno scambio di lettere in cui chi è in carcere può spiegare ai ragazzi che cosa significa sbagliare, gestire le propria rabbia, ascoltare i genitori.

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