Nasce il patto per sostenere il volontariato

LA FIRMA. Tre anni di studio con Provincia, Università, Csv, Diocesi e Fondazione della Comunità Bergamasca. Gandolfi: «C’è bisogno di giovani». Cavalieri: «Collaborazione più stabile». Bianchi: «Importante capire le esigenze».

Analizzare, capire, «misurare» il fenomeno del volontariato per farne emergere le esigenze, e per promuovere e sostenere la cultura della solidarietà in tutte le sue forme. Con un obiettivo su tutti: preservare il grande lavoro delle circa 4.300 associazioni e dei 110mila volontari che operano nella nostra provincia e provare a capire come coinvolgere di più e meglio i giovani, chiave di volta per assicurare un futuro sempre più stabile al volontariato in Bergamasca. Attorno a queste finalità è stato sottoscritto ieri in Provincia un protocollo d’intesa per l’avvio di una ricerca e l’istituzione di un Osservatorio permanente, promosso da Provincia, Centro Servizi per il Volontariato (Csv), Diocesi di Bergamo, Fondazione della Comunità Bergamasca e Università degli Studi, che avrà il compito di realizzare il lavoro attraverso i suoi docenti e ricercatori nei prossimi tre anni.

«L’accordo suggella una collaborazione in corso da tempo – ha detto il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi –. Il volontariato rappresenta una grande risorsa ed è per questo che, nonostante il momento di difficoltà economica, abbiamo messo a disposizione delle risorse, legate soprattutto al tema dell’avvicinamento dei giovani al volontariato. Abbiamo infatti la necessità di fare in modo che le associazioni continuino ad operare e per questo hanno bisogno di ricevere linfa nuova».

I sottoscrittori metteranno a disposizione 5mila euro a testa all’anno per tre anni, che serviranno a sostenere gli oneri a carico dell’Università (acquisizione di software, database, borse di studio e di ricerca…), per un investimento complessivo di 60mila euro.

«Quella di oggi non è solo una firma, ma la valorizzazione di un percorso avviato da tempo, che ci ha portato alla consapevolezza di unire le forze»

L’accordo «chiude un intenso lavoro a sostegno del volontariato, fatto d’iniziative e di contributi attraverso un percorso comune che incrocia i punti di vista di tutte le istituzioni che vi partecipano», ha detto Damiano Amaglio, consigliere provinciale con delega all’Associazionismo. Un lavoro che farà tesoro anche dell’esperienza di Bergamo prima Capitale italiana del Volontariato nel 2022 e che, attraverso la ricerca condotta dall’ateneo, potrà suggerire e orientare politiche sociali a sostegno della solidarietà.

Un lungo percorso

«Quella di oggi non è solo una firma, ma la valorizzazione di un percorso avviato da tempo, che ci ha portato alla consapevolezza di unire le forze», ha detto il rettore Sergio Cavalieri. «Tra le sfide che il mondo del volontariato sta affrontando ci sono quelle della digitalizzazione, del coinvolgimento dei giovani, del fare rete e della gestione dei rapporti con le istituzioni. Con questo accordo si vuole attivare una collaborazione stabile sul fenomeno che, facendo leva sulle competenze e sulle sensibilità degli attori coinvolti, possa contribuire a sostenerne lo sviluppo». La direzione scientifica e il coordinamento del programma di studio sono stati affidati a Mariafrancesca Sicilia, docente di Economia aziendale di Unibg: «Il nostro obiettivo – ha detto – è di studiare e supportare tutte le forme di volontariato e facilitare il dialogo nel contesto della provincia, provando a identificare le azioni che potranno essere messe in campo».

«Il volontariato è centrale nella società e lo sarà sempre di più in futuro, perché contribuisce a mantenere la coesione in un contesto di crescita di forti disuguaglianze»

Il lavoro dell’Osservatorio proseguirà nel solco delle iniziative che Csv e Università hanno intrapreso nell’anno della Capitale, come ha ricordato anche il presidente del Centro Servizi Oscar Bianchi: «Indagare i territori per capirne le esigenze è importante – ha detto – e sapere cosa chiede la comunità è un’opera meritoria nei confronti degli stessi volontari. Siamo stati la prima capitale del volontariato e oggi mettere l’accento su questo mondo significa innanzitutto valorizzare lo spirito della comunità». L’accordo «guarda in prospettiva ai bisogni cui il volontariato risponde – ha detto don Mario Carminati, vicario episcopale per gli Affari economici –. La sua presenza nella nostra provincia è capillare, frutto di una sensibilità e di una educazione che sono state trasmesse nel tempo».

Far dialogare le forme di volontariato

Il volontariato sostiene ogni ambito della vita sociale, compreso quello ecclesiale, ha ricordato don Michelangelo Finazzi, vicario episcopale per i Laici e la Pastorale: «La riforma della Diocesi sta puntando a mettere sempre più in dialogo le forme di volontariato delle 390 parrocchie e oratori, e delle associazioni ecclesiali legate alla prossimità e alla cura. Siamo convinti che questo lavoro potrà favorire questa sinergia». Attenta da sempre al fenomeno del volontariato, anche la Fondazione della Comunità Bergamasca partecipa al progetto: «Il volontariato è centrale nella società e lo sarà sempre di più in futuro – ha detto il presidente Osvaldo Ranica –, perché contribuisce a mantenere la coesione in un contesto di crescita di forti disuguaglianze. Attraverso la nostra partecipazione, vogliamo che si dia seguito a quanto è stato portato avanti nell’anno della Capitale del volontariato. Il ricambio generazionale è una delle sfide di questo tempo per dare un maggiore aiuto alla società. I giovani hanno esigenze, talento e competenze e si approcciano a questo mondo in modo diverso. E la fondazione vuole essere parte di questo cambiamento».

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