«Montelungo, serve tempo per il piano». Il nodo dei costi rallenta la proposta

IL PUNTO. La Redo sgr sta lavorando al piano economico finanziario, pronto tra qualche settimana. Entro fine anno si saprà chi gestirà il cantiere.

«Stiamo lavorando alla proposta definitiva, ci serve ancora un po’ di tempo». Lavori in corso in casa Redo, la società di gestione del risparmio immobiliare che lo scorso maggio si è detta interessata all’operazione di trasformazione delle ex caserme Montelungo e Colleoni in campus universitario. La presentazione della proposta era prevista per la fine di settembre, ma i tempi si sono allungati. Non troppo, assicurano i diretti interessati. Nel corso del Consiglio comunale di lunedì l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini ha parlato di un’attesa di poche settimane.

Il piano economico-finanziario dell’opera

A giustificare l’attesa prolungata una questione di conti (che devono tornare) e di costi (che negli ultimi due anni sono andati alle stelle). Dal quartier generale della Redo, a Milano, fanno sapere che «il piano economico finanziario è in via di definizione». A rallentare la procedura non sono solo la disponibilità e i prezzi dei materiali e dell’energia – spiegano –, l’instabilità riguarda l’intera filiera (demolizioni, costruzioni, scavi, bonifiche, opere speciali negli ultimi due anni sono rincarate) e questo suggerisce cautela. La proposta, comunque, arriverà – assicura la Redo – e sarà oggetto di un nuovo bando – confermano da Palazzo Frizzoni – con la società milanese che avrà diritto di prelazione sull’operazione. La proposta, una volta ricevuta (i più ottimisti prevedono l’arrivo in Comune entro metà mese) e valutata, se ci sono le condizioni sarà messa a bando, ed entro fine anno si potrebbe sapere chi provvederà ad avviare il cantiere.

Il rettore è fiducioso

Condizionale d’obbligo, visti i tormentati trascorsi del progetto di riqualificazione di Colleoni e Montelungo. Il primo cronoprogramma prevedeva che nel giugno del 2024 il campus fosse pronto ad accogliere studenti e docenti dell’Università di Bergamo. Così non sarà, ovviamente. Tra scoperte archeologiche nel sottosuolo e conseguente adeguamento del progetto, nuovo accordo di programma tra Comune, Università, Cassa depositi e prestiti e Regione, e bando andato a vuoto, i tempi di realizzazione dei nuovi spazi (residenze studentesche, aule e uffici) si sono allungati.

Il rettore Sergio Cavalieri esprime cauto ottimismo. «Ho una percezione positiva, resto fiducioso», commenta il numero uno dell’Università di Bergamo, consapevole del fatto che la partita è ancora da giocare. A giorni dovrebbe avvenire un incontro tra le parti.

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