
Sport / Valle Seriana
Giovedì 10 Aprile 2025
Moioli e il bilancio di un’annata speciale: «Quando ho solo una chance la sfrutto»
SNOWBOARD CROSS. Michela Moioli, stella bergamasca dello snowboard mondiale, traccia il bilancio di una stagione caratterizzata dalla medaglia d’oro ai Mondiali di St. Moritz, alloro che l’alzanese non aveva mai centrato.
L’ennesima risalita di Michela Moioli, in un’annata non esaltante in Coppa del Mondo, è culminata con il titolo mondiale. La 29enne campionessa seriana si racconta come al solito in modo genuino e racconta la svolta: «Il quinto posto di Montafon. Non i due podi, ma quella finalina. Perché ero reduce da una fase difficilissima in cui continuavo ad ammalarmi una serie di ragioni. Avevo bisogno di gestire le energie. Così sono arrivata ai Mondiali in crescita come forma, tanto fisica quanto mentale».
Cosa resta di questa stagione?
«La svolta. In un momento ben preciso, ossia il quinto posto di Montafon. Non i due podi, ma quella finalina. Perché ero reduce da una fase difficilissima in cui continuavo ad ammalarmi una serie di ragioni».
Terza a Gudauri con 38,5 di febbre, la decisione di saltare gara 2 in Georgia cosi come il Team Mixed a Montafon.
«Avevo bisogno di gestire le energie sia nell’una sia nell’altra circostanza. Sono arrivata ai Mondiali in crescita come forma, tanto fisica quanto mentale».
Eppure anche a St Moritz non è filato tutto liscio.
«Ho preso una botta nel training per cui mi sono affidata a punture di antidolorifici per essere al meglio al cancelletto nel giorno delle finali».
Quel giorno però è uscita la vera Michela. Concorda?
«Eccome. La differenza l’ha fatta il concentrarmi su una batteria per volta. Senza pensare alle medaglie, ma passo dopo passo. Anche perché nei quarti avrei dovuto sudarmi la qualifica con Trespeuch, Baff e Critchlow».
«Mi sono tolta un gran peso, neppure l’argento mi avrebbe appagata. Sono molto più serena, ho chiuso un cerchio e sono pronta ad aprirne un altro. Con più leggerezza. Non con meno impegno, piuttosto affrontando le situazioni partendo da una prospettiva diversa»
Lucidità e freddezza, prerogative dei fuoriclasse.
«Come Tamberi, quando so che ho a disposizione una sola possibilità tiro fuori il meglio. Qualcosa che magari a volte non mi riesce in situazioni apparentemente più semplici. La francese Lea Casta, che ha appena vinto la Coppa del Mondo, ad esempio non è neppure arrivata in finale. Il Mondiale ed il grande evento in generale è a sé».
Cosa porta in dote l’oro iridato?
«Mi sono tolta un gran peso, neppure l’argento mi avrebbe appagata. Sono molto più serena, ho chiuso un cerchio e sono pronta ad aprirne un altro. Con più leggerezza. Non con meno impegno, piuttosto affrontando le situazioni partendo da una prospettiva diversa».
E quel fotofinish?
«Ho capito d’aver vinto quando Charlotte Bankes (la britannica medaglia d’argento, ndr) è venuta ad abbracciarmi. Pensavo che la punta della mia tavola fosse leggermente davanti, ma ero talmente concentrata sulla prestazione che non mi sono resa conto subito».
Il pensiero dell’Olimpiade è sempre più a fuoco?
«Adesso sì. E vorremmo allenarci al più presto su quella pista. Noi italiani abbiamo un vantaggio e vorremmo sfruttarlo a dovere».
«È necessario passare attraverso il dolore di qualunque natura esso sia accettando le situazioni e la sofferenza ad esso connesse. Ecco perché quando torneranno altri periodi duri, perché ci saranno, sono convinta che ne verrò fuori proprio grazie a questa scorza che ho formato»
Un insegnamento che ha tratto da quest’annata?
«Che arrivi un ostacolo che sia di natura fisica, mentale o emotiva, una volta toccato il fondo bisogna per forza risalire. È necessario passare attraverso il dolore di qualunque natura esso sia accettando le situazioni e la sofferenza ad esso connesse. Ecco perché quando torneranno altri periodi duri, perché ci saranno, sono convinta che ne verrò fuori proprio grazie a questa scorza che ho formato. Senza mai perdere la speranza, come successo stavolta, che ne avrei tratto e ne trarrò qualcosa di magnifico. In questo caso è stato il Mondiale».
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