Meccanica orobica, stop estivi più lunghi per il calo di ordini

SCENARIO. Diverse aziende passano da 2 a 3 settimane di sosta, soprattutto per l’assottigliarsi delle commesse. Nieri (Fim-Cisl): «Poche criticità, con ferie più flessibili».

Un lento, ma progressivo cambio di scenario. Non si tornerà mai alle lunghe soste estive di 20-30 anni fa, quando le fabbriche chiudevano mediamente un mese in estate, però anche solo rispetto a 12 mesi fa, si assiste, nel mondo metalmeccanico bergamasco, a un leggero allungamento delle fermate.

Come mostra la tabella qui sotto, realizzata in collaborazione con la Fim-Cisl di Bergamo, si alza infatti il numero di aziende che passano da due a tre settimane di fermata estiva, mentre resta praticamente inalterato il numero di realtà che decidono di non chiudere neanche un giorno l’attività. Una dinamica che è solo accennata, riguardando non così tante situazioni, ma che investe realtà un po’ di tutte le dimensioni, dalle piccole alle grandi, ed è il segnale inequivocabile di un indebolimento del portafoglio ordini rispetto a un recente passato.

«Anche se il fenomeno resta sotto controllo - spiega il segretario generale della Fim-Cisl orobica, Luca Nieri - la situazione 2024 differisce in parte da quella degli ultimi anni, quando gran parte degli stabilimenti optavano per fermate brevi, un paio di settimane, o addirittura decidevano di non chiudere. Stavolta sono in crescendo realtà che utilizzano l’allungamento ferie, passando dalle canoniche due ad almeno tre settimane, spesso per sopperire alla mancanza di carichi di lavoro».

Nieri ricostruisce lo scenario: «Le nostre aziende arrivano da un periodo di rallentamento, soprattutto nei portafogli ordini, meno ricco rispetto al passato, e una maggiore richiesta di ammortizzatori sociali, che però ha uno scopo più preventivo, ma poi con un uso parsimonioso». Nonostante ciò, la situazione della meccanica orobica non desta particolari preoccupazioni: «Rispetto al passato - precisa ancora Nieri - al di là delle turbolenze finanziarie in Fbm Hudson, in provincia non si vivono particolari situazioni crisi nel settore».

«Lo schema delle ferie di agosto è stato abbondamene superato, frutto anche delle caratteristiche di dimensione internazionale che le nostre aziende hanno assunto»

Rispetto al passato comunque, secondo Nieri, «lo schema delle ferie di agosto è stato abbondamene superato, frutto anche delle caratteristiche di dimensione internazionale che le nostre aziende hanno assunto. Quindi c’è la necessita di assecondare i mercati, ma anche perché oggi la flessibilità nelle ferie è una situazione gradita ai lavoratori stessi, diversamente da qualche anno fa».

Sulla precarietà degli ordini, pesa, secondo il segretario della Fim-Cisl, «l’incertezza nei principali mercati mondiali. Inoltre, sul fronte automotive, si fa sentire la concorrenza delle aziende cinesi che riescono a beneficiare di forti aiuti di Stato e a proporre comunque prodotti a basso costo, e pesano anche le incertezze legate alle prossime elezioni che si terranno negli Usa e che influenzano pesantemente i mercati».

«È necessario fare un salto culturale in avanti, per investire maggiormente in formazione professionale, nella logica di una riqualificazione e adeguamento delle competenze»

E a proposito della carenza di manodopera, ormai cronica in tanti ambiti, «l’elemento che pesa di più è la mancanza di competenze specifiche, quelle sì, introvabili - lamenta il segretario Fim-Cisl -. Per questo è necessario fare un salto culturale in avanti, per investire maggiormente in formazione professionale, nella logica di una riqualificazione e adeguamento delle competenze, rispetto alle nuove sfide tecnologiche che abbiamo di fronte, partendo dalla transizione digitale per arrivare alla gestione di nuovi fenomeni come l’Intelligenza artificiale».

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