Malore dopo cena: artista bergamasco muore a Ibiza

IL DRAMMA. Simone D’Auria aveva 47 anni. Di Longuelo, collaborò con Valeria Marini, Agusta, Starhotels e la svizzera Bally.

Si è sentito male dopo cena: un dolore improvviso all’addome e la corsa all’ospedale, dove il quadro clinico è rapidamente precipitato, causando la morte. Se n’è andato così, a 47 anni, Simone D’Auria, architetto e artista bergamasco: in questo periodo si trovava a Ibiza, dove martedì sera (11 giugno) è stato colto dal malore che si è poi rivelato fatale nonostante la corsa all’ospedale dell’isola. La notizia della sua scomparsa ha cominciato a circolare sui social, dov’è stata poi confermata da alcuni familiari.

Gli stessi familiari hanno poi precisato, attraverso l’avvocato Giovanni Parafioriti, che la morte di D’Auria è stata causata da «uno shock settico provocato da streptococco pneumoniae». I familiari hanno nel contempo chiesto «a chiunque di rispettare il diritto dei familiari, della compagna e degli amici di vivere in privato questo momento di dolore, evitando ogni speculazione».

D’Auria, originario di Brembate Sopra – rappresentava la terza generazione di una famiglia di produttori di arredamento del paese – ha vissuto a Longuelo, anche se è sempre stato in giro per il mondo – di recente a Miami prima di approdare a Ibiza – per portare avanti la sua arte.

Dalla Marini alla moda di «Bally»

Arte che l’aveva avvicinato, già a metà degli Anni Duemila quando non era ancora trentenne, a personaggi noti del mondo dello spettacolo. Come Valeria Marini, per la quale aveva arredato, nel 2007, l’allora negozio che la soubrette aveva aperto a Porto Cervo, dopo averne curato l’illuminazione e l’arredamento nelle case a Roma e Milano. Giovanissimo, D’Auria venne contattato dalla casa d’alta moda svizzera «Bally», per la quale l’artista bergamasco studiò il design dei 130 punti vendita sparsi in tutto il mondo. «Per me – raccontava all’epoca – è fondamentale usare la tecnologia, tutto quello che è avanguardia, innovazione, senza essere schiavo della moda».

L’impegno all’Expo 2015

Collaboratore del gruppo «Ventaglio», per il quale aveva curato il design dell’ex Paradise Club proprio a Ibiza e lo storico Peter Pan di Riccione, è sempre stato un artista poliedrico (nel 2012 curò il design di una serie di moto MV Agusta e nel 2017 fu art director della catena Starhotels). Dopo Expo 2015 D’Auria si era «specializzato» nel cucchiaino, divenuto una costante della sua arte quale simbolo della lotta alla fame.

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