Scienza e Tecnologia
Martedì 24 Dicembre 2024
L'ominide Lucy in 3D svela come siamo diventati buoni corridori
Il più celebre progenitore dell'uomo, l' australopiteco Lucy , era in grado di correre in posizione eretta , ma non con la stessa rapidità degli esseri umani moderni . Lo dimostrano le simulazioni in 3D condotte da un gruppo internazionale di esperti guidati dall'Università di Liverpool. I risultati, pubblicati sulla rivista Current Biology, aiutano a fare luce sugli adattamenti anatomici che hanno portato gli esseri umani moderni a diventare buoni corridori sia sulla breve che sulla lunga distanza.
Lo studio si è basato sull'impiego di un software di simulazione sviluppato per analizzare la locomozione degli umani e di altri animali . I ricercatori lo hanno usato per studiare l'Australopithecus afarensis Lucy, inserendo i dati relativi al suo scheletro e ai muscoli delle gambe delle scimmie moderne. I risultati dimostrano che l' ominide vissuto 3,2 milioni di anni fa poteva effettivamente correre in posizione eretta , nonostante le fibre muscolari più corte e la mancanza del tendine d'Achille (che si è evoluto in seguito negli esseri umani).
La simulazione mostra inoltre che Lucy non poteva correre veloce come gli esseri umani moderni: probabilmente raggiungeva la velocità massima di cinque metri al secondo , contro i nostri otto metri al secondo.
I ricercatori hanno anche valutato il dispendio energetico legato alla corsa, dotando Lucy di muscoli di tipo umano per l'estensione della caviglia: la simulazione ha rivelato che la corsa sarebbe stata molto impegnativa per Lucy , dunque è possibile che l'attuasse solo quando era veramente necessario.
In conclusione, lo studio indica che la comparsa del tendine d'Achille e l'evoluzione delle fibre muscolari sono stati fattori cruciali che hanno permesso ai primi esseri umani di correre sempre più lontano.
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