L’estate del prof. Caudano: le notizie sull’Atalanta, l’immaturità del calcio e la maturità della scuola

storia. L’ultimo racconto di Stefano Corsi

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Q uando vengono comunicate le commissioni di maturità, in ogni scuola si leva il ronzio dei commenti. Accade come dopo i sorteggi per le coppe europee: chi si compiace di aver trovato il commissario esterno (nel calcio, l’avversario) morbido, chi si preoccupa per averlo trovato ostico. Naturalmente, quando i commissari siano noti o almeno preceduti da una fama.

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Il professor Caudano è finito a Fabriano, Liceo Scientifico “Vito Volterra”, dove un paio di colleghi lo ricordavano con un certo timore, per averlo visto in azione durante altri esami. Per lui, una destinazione valeva l’altra, ma aveva sperato in un luogo più lontano, così da non poterci arrivare in corriera ed essere costretto a risiedere in loco, in una sorta di vacanza, tranne che per la correzione ad alta voce dei temi e per le mattinate dei colloqui. Insomma, sperava di cambiare aria, lui che quasi mai se lo concede. Per e da Fabriano, invece, bastano i mezzi pubblici e un viaggio di un’oretta, cui si è sottoposto con serena rassegnazione. Da anni, per scelta, di calciomercato non legge nulla. Lo detesta, da quando è praticamente pervasivo nei tempi, infestando sia i ritiri estivi che il campionato stesso, in inverno; e da quando, nella sua frenesia, impedisce quasi di affezionarsi ai calciatori, sempre con la valigia in mano, sempre pronti a cedere all’offerta più vantaggiosa. Naturalmente, qualche eco gli arriva. Non tanto sull’Atalanta, che in prima pagina e fra le chiacchiere della gente, nelle Marche, non trova spazio, ma sulle cosiddette “grandi”, sì.