L a Juventus nel corso della sua ultrasecolare storia (è stata fondata nel 1897) ha avuto come campo di casa 9 stadi differenti. In realtà se consideriamo i cambi di denominazione, le demolizioni, ricostruzioni e restyling il novero si riduce sensibilmente. L’Atalanta ha vinto almeno una volta in 2 di questi: il mitico “Comunale” e il nuovo “Juventus Stadium” ora griffato Allianz. I primi calci i bianconeri li hanno tirati in spazi non proprio definibili come stadi, come al Parco Valentino (da sempre polmone verde di Torino) e alla cittadella: a inizio ‘900 lo spostamento nella piazza d’Armi ed è qui che inizia la vera storia che dura fino al 1908 tranne una parentesi di un paio d’anni al Motovelodromo Umberto I. Dal 1909 e per i successivi 13 anni i bianconeri si spostano in corso Sebastopoli, a poca distanza dal futuro Comunale per arrivare poi in corso Marsiglia. E qui ci viene in soccorso un bell’articolo apparso ormai 8 anni fa su “Torino Today” a firma Claudio Pizzigallo sugli stadi scomparsi nella capitale sabauda: “I posti erano 25.000, realizzato in cemento armato (primo in Italia), fu inaugurato nel 1922: a volerlo fu Gino Olivetti, all’epoca segretario generale della Confindustria, a dotarlo di illuminazione elettrica il presidente della Juventus Edoardo Agnelli.