L’Atalanta nella tana del St. Pauli: calcio, diritti sociali, quanto basta d’anarchia. Ecco la squadra più a sinistra che si può

storia. La storia di Dino Nikpalj

Lettura 2 min.

C olori sociali: marrone e bianco. E già da questo dettaglio si capisce che il St.Pauli non è un club qualsiasi. Del resto se casa tua è il quartiere più devastato, alternativo e trasgressivo di una città portuale come Amburgo e lo stadio sorge a un centinaio di metri dalla Reeperbahn che altro non è che una distesa ininterrotta di locali, localacci, bettole, sexy shop e teatri oltre l’equivoco che altro ci si può aspettare? Agli albori della loro carriera i Beatles si esibirono da queste parti (e pure Mino Reitano, in verità), oggi il palcoscenico è invece tutto dei “kriezkicker”, i “calciatori del quartiere”, che in realtà hanno un seguito che va ben oltre St.Pauli, Amburgo e la Germania stessa. Questa è diventata una squadra di culto, alternativa, antifascista, antitutto, anarcoide e – perché no – anche parecchio di moda. Lo confermano le migliaia di magliette con il “Jolly Roger”, il teschio dei pirati, diventato simbolo della tifoseria che fanno capolino ovunque.