L’ ora più buia della storia nerazzurra. Alle 18,48 di domenica 14 giugno 1981 l’arbitro Barbaresco di Cormons (uno dei fischietti top dell’epoca) fischia tre volte: la partita è finita, la serie B dell’Atalanta pure. Per la prima e unica volta nella storia si spalanca il baratro della serie C1. Lo stadio non è in silenzio solo perché la curva Sud e un pezzo della Giulio Cesare sono un tripudio di bandiere rossoblù del Genoa venuto a conquistare una vittoria d’oro a Bergamo e un pezzo di serie A. Quello che manca arriva la domenica dopo con la vittoria 2-0 a Marassi sul Rimini. Per l’Atalanta invece quel ko casalingo vuol dire la matematica retrocessione in terza serie: anche vincendo la domenica dopo a Cesena e sperando in una sconfitta del Varese sarebbe stata comunque in svantaggio negli scontri diretti. E comunque nell’ultimo turno i romagnoli, alla ricerca dei due punti che mancano per la A, chiudono la pratica già nel primo tempo con le reti di Bonini e del bergamasco Oliviero (“bomber vero”) Garlini e il Varese rifila un poker al Pisa, tanto per non lasciare il minimo rimpianto.Una stagione tutta da dimenticare quella 1980-81. Cominciata con grandi ambizioni e Bruno “Maciste” Bolchi in panchina, proseguita con una lenta ma inesorabile discesa agli inferi, ancora più drammatica con l’arrivo in panchina di Giulio Corsini il giorno dopo la sconfitta 2-0 nel girone d’andata proprio col Genoa.