Cronaca / Isola e Valle San Martino
Lunedì 04 Settembre 2023
La chiamata al 112: «Venite, l’ho ucciso». Tragico omicidio dopo l’ennesima lite
A BOTTANUCO. Un’altra tragedia in una famiglia sconvolta dalla droga. Gianbattista Corna, 54 anni, una vita dentro e fuori dalle comunità, colpito a morte dal padre Paolo. Poco prima i carabinieri erano stati in casa.
Nuovo dramma in famiglia nella nostra provincia a distanza di un mese dall’ultimo gravissimo episodio: l’omicidio di Cavernago di Umberto Gaibotti da parte del figlio Federico, che poi si è tolto la vita in carcere. Domenica pomeriggio a Bottanuco un uomo di 77 anni, Paolo Corna, ha ucciso a coltellate il figlio Gianbattista, 54, al culmine di una lite scaturita, pare, dai problemi di tossicodipendenza del figlio.
L’omicidio nell’abitazione di via Castelrotto, al civico 24, dove l’anziano genitore vive con la moglie Giuseppina Verzeni e appunto da qualche tempo anche con il figlio cinquantaquattrenne, che da tempo aveva problemi di droga e aveva trascorso anche dei periodi in una comunità del Bresciano.
Aveva anche ripreso a lavorare in un’azienda della zona, ma negli ultimi tempi pare fossero riemersi i vecchi problemi di tossicodipendenza. Tanto che spesso nell’abitazione dovevano intervenire i carabinieri per sedare liti. Anche domenica pomeriggio, attorno alle 16, dall’abitazione a pianterreno di una palazzina erano stati chiamati proprio da Paolo Corna i carabinieri. I militari erano giunti alla casa e avevano calmato gli animi. Nessuno avrebbe immaginato che di lì a poco la situazione sarebbe degenerata.
Tre i fendenti che Corna ha sferrato all’addome del figlio, stramazzato a terra. Sarebbe stato usato un coltello da cucina
La chiamata al 112
«Ho infilato un coltello in pancia a mio figlio: è morto» ha detto lo stesso settantasettenne chiamando il 112 intorno alle 17,30. Nell’abitazione c’era anche la moglie. Tre i fendenti che Corna ha sferrato all’addome del figlio, stramazzato a terra. Sarebbe stato usato un coltello da cucina.
All’abitazione sono subito arrivati i carabinieri della stazione di Capriate San Gervasio e del nucleo operato radiomobile della compagnia di Treviglio. Paolo Corna era seduto fuori casa e non ha opposto alcuna resistenza. I militari dell’Arma l’hanno fatto sedere a lungo sull’auto di pattuglia e poi attorno alle 21,20 è stato accompagnato in carcere. Il 118 ha invece inviato due auto mediche e una ambulanza. Niente da fare però per Gianbattista Corna, trovato a terra ormai privo di vita.
A quel punto la scena del crimine e stata presa in esame dai carabinieri della scientifica, giunti dalla compagnia di Treviglio e dal comando provinciale di Bergamo. Corna papà avrebbe utilizzato un coltello della cucina di casa, che è stato sequestrato. Già ai carabinieri avrebbe ammesso le proprie responsabilità.
«Un gesto di disperazione»
«È stato un gesto di disperazione, hanno litigato, stavolta è finita così», ha commentato l’altra figlia di Corna, giunta alla casa dei genitori e del fratello poco dopo l’accaduto. Gianbattista Corna ha tre sorelle. In serata sono giunti a coordinare i rilievi il sostituto procuratore Letizia Aloisio e il maggiore Antonio Stanizzi, neo comandante della compagnia dei carabinieri di Treviglio, entrato in servizio soltanto tre giorni fa, oltre al luogotenente Antonio Vittorio, comandante della stazione di Capriate San Gervasio. I rilievi si sono protratti fino a tarda ora, mentre alcuni parenti dei Corna sono giunti nei pressi della palazzina che sorge all’incrocio con via Madre Teresa di Calcutta.
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