«La casa è pignorata: finiremo sulla strada con un figlio disabile»
ARCENE. Famiglia disperata: Alex ha una malattia rara. «La nostra osteria è fallita: era un pozzo senza fondo». E l’appello: «Speriamo solo nel buon cuore di qualcuno».
«Alex è una cellula vivente: sono 36 anni che lo curo 24 ore su 24, perché non può essere mai lasciato solo. Ora rischiamo di finire sulla strada: avevamo un’osteria che è fallita e la casa di famiglia, ipotecata, è andata all’asta. Ora i nuovi proprietari vogliono entrarci e noi non sappiamo dove andare». Giovanna Mazzoleni ha 63 anni e vive pressoché in simbiosi con il figlio Alex Milani, che di anni ne ha compiuti 36 giusto mercoledì 27 settembre. Vivono in una casa a pianterreno in via Dante 21 ad Arcene: è la casa di famiglia del marito e papà Giacinto Milani, che di anni ne ha 65 anni.
Per questa famiglia gli ultimi 36 anni sono stati interamente dedicati al figlio. Niente vacanze, niente fine settimana via. «Al massimo in ospedale – racconta la donna –. Alex soffre di una patologia che nessuno specialista è mai riuscito a definire con precisione: ha 36 anni, ma è come un neonato. Ha una malattia genetica rara, unica al mondo: non ci sono altri casi come lui. Appena nato, tutti mi dicevano: è una situazione davvero anomala, solitamente condizioni come questa sfociano in un aborto spontaneo. Eppure Alex deve avere una qualche grinta nascosta ed è nato e cresciuto al nostro fianco. Noi lo adoriamo: io darei la mia vita per lui».
Nel 2006 i coniugi avevano aperto un’osteria nel vicino Pontirolo Nuovo: «L’attività è proseguita fino al 2016, quando siamo falliti e abbiamo dovuto necessariamente chiudere – prosegue Giovanna Mazzoleni –: i primi anni erano andati bene, ma poi sono iniziati i problemi e l’attività è diventata un pozzo senza fondo. Continuavamo a rimetterci dei soldi ogni mese, per pagare il personale e ripagare il debito con la banca. Anche mia suocera Caterina ci ha sempre aiutato per come poteva: abitava qui, sopra di noi, e se n’è andata lo scorso anno, col dispiacere che non avessimo ancora trovato una soluzione». Nel 2016 l’osteria a Pontirolo fallisce e i Milani non riescono più a far fronte ai debiti: la casa, pignorata, viene messa all’asta dalla banca. A febbraio se l’aggiudica per 63mila euro una famiglia di immigrati.
Che ora, com’è normale dal loro punto di vista, chiedono di poterci entrare: stamattina è previsto un incontro tra le parti. «La nostra unica entrata al momento è l’invalidità di Alex, che ci consente di vivere praticamente alla giornata», racconta ancora Giovanna mentre sistema il sondino al figlio, l’unico sistema con il quale si può alimentare. «Ho chiesto a varie agenzie immobiliari se ci fossero appartamentini in affitto, ma quando spiego che siamo a reddito zero, perché l’invalidità non fa reddito, e con un figlio disabile, ci troviamo tutte le porte chiuse. Parenti che ci possano aiutare non ne abbiamo. Ci siamo rivolti ai servizi sociali del Comune di Arcene, ma ci è stato detto che di case non ne hanno. Abbiamo partecipato al bando del Comune di Treviglio, arrivando al 16° posto perché non residenti là. Non sappiamo davvero cosa fare: finiremo in strada. Il mio timore, più che per me, è per il futuro di Alex, che non può vivere fuori da questa casa perché morirebbe. Mi è stato detto: perché non lo mandate in una struttura specializzata? Ma come potrei? Viviamo giorno e notte in simbiosi da 36 anni. L’appello che faccio è che ci sia qualcuno che ci possa affittare per una piccola cifra un’altrettanto piccola abitazione da qualsiasi parte. Se non per noi, almeno per dare un futuro ad Alex».
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