Insegnamento della lingua italiana per includere e creare comunità

A CASAZZA. I corsi attivi da 20 anni, dal 2020 hanno «trovato casa» nell’associazione Auser Lago di Endine. La scuola ha 15 volontari, gli studenti da 5 gruppi di diversa competenza linguistica.

Da oltre vent’anni a Casazza sono attivi corsi per l’apprendimento alla lingua italiana, nati come prima risposta alla necessità di inclusione dei migranti nei diversi tessuti sociali del paese. Corsi che dal 2020 hanno «trovato casa» all’interno dell’associazione Auser Lago di Endine. «Sul territorio del Comune di Casazza operavano diversi gruppi di volontari a livello informale, ma c’era bisogno di mettersi in regola per la gestione delle attività - spiega Stefano Mossali, bibliotecario di Casazza -. Così Auser si è resa disponibile ad accogliere questi volontari e queste attività dentro la propria associazione».

La cultura per il benessere

L’associazione ha un assetto sovracomunale e opera sul territorio dei Comuni di Casazza, Spinone e Ranzanico con 40 volontari attivi; si occupa sia di servizi assistenziali come il trasporto sociale e la consegna dei pasti a domicilio, che di attività culturali a favore della comunità. «Riteniamo che anche la cultura sia una parte importante del benessere delle nostre comunità, così quando abbiamo saputo che i volontari della Scuola di italiano erano alla ricerca di una “casa” li abbiamo accolti, convinti che anche questa azione possa contribuire a costruire la nostra comunità».

Oggi la scuola di italiano prosegue le sue attività grazie al contributo di 15 volontari, per lo più insegnanti in pensione, che gestiscono 5 gruppi di diversa competenza linguistica a cui partecipano studenti e studentesse provenienti da Romania, Albania, Ucraina, Moldavia, Senegal, Marocco, Ghana, Nigeria, India Pakistan e Sud America. Ogni gruppo conta tra i 15 e i 20 studenti che si riuniscono con cadenza bisettimanale per le lezioni.

Oggi la scuola di italiano prosegue le sue attività grazie al contributo di 15 volontari, per lo più insegnanti in pensione, che gestiscono 5 gruppi di diversa competenza linguistica a cui partecipano studenti e studentesse provenienti da tutto il mondo

Era nata per le donne

«La scuola è nata inizialmente per le donne, ma con gli anni i gruppi sono diventati eterogenei e le nazionalità sono molto varie, così come le lingue madri, le età, le competenze e i livelli di scolarizzazione», racconta Patrizia Carletto, volontaria della Scuola di italiano. Negli anni si è assistito, infatti, ad un graduale e costante incremento del numero degli studenti e le classi sono diventate via via più eterogenee. Uno sviluppo che nell’ultimo anno ha portato anche alla creazione di due «succursali» nei paesi di Monasterolo e Berzo San Fermo, nate per rispondere ad esigenze specifiche e per agevolare gruppi di partecipanti che avevano difficoltà negli spostamenti.

Lezioni anche al mattino

A Casazza la sede della Scuola di italiano negli ultimi anni è stata sia in alcune classi dell’Istituto comprensivo che all’interno della biblioteca, che ha permesso di condurre lezioni anche al mattino per le donne: uno spazio, quello della biblioteca, funzionale e privilegiato sia per la presenza dei libri che per il prezioso aiuto dei bibliotecari.

I contributi necessari

Auser, invece, garantisce i contributi necessari per permettere alla scuola di andare avanti: «Il nostro non vuole essere solo un contributo logistico - aggiunge Gottini - ma ci impegniamo per aiutare la scuola a promuovere iniziative di scambio e conoscenze tra le diverse culture per favorire l’integrazione».

«È un’esperienza che permette di includere i migranti nel tessuto sociale del paese, da un lato perché imparando a comunicare possono mettersi in relazione con gli altri, dall’altro perchè entrano a far parte di un gruppo. Si creano delle amicizie che dentro ad un paese contano e ne beneficiano tutti: sia i migranti che la comunità di Casazza»

«L’esperienza della scuola ha un grande valore per le nostre comunità: la possibilità di imparare la lingua è fondamentale - conclude Carletto -. È un’esperienza che permette di includere i migranti nel tessuto sociale del paese, da un lato perché imparando a comunicare possono mettersi in relazione con gli altri, dall’altro perchè entrano a far parte di un gruppo. Si creano delle amicizie che dentro ad un paese contano e ne beneficiano tutti: sia i migranti che la comunità di Casazza. È un valore aggiunto per far crescere il paese». Un esempio concreto di come l’unione (anche quella tra pubblico, cittadini e associazioni) faccia davvero la forza!

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