
(Foto di Bedolis)
CRIMINALITÀ . Unico filone di accertamenti in Procura: al vaglio i filmati per stabilire fisionomie e comportamenti. Sono più gruppi o una sola banda con più «esecutori»? Isola e fascia centrale della provincia le zone più colpite.
Se dovessero ripetersi anche per questo mese di aprile le dinamiche temporali dei primi tre mesi dell’anno, probabilmente non dovrebbero più esserci fino a fine mese assalti notturni al bancomat: a gennaio, febbraio e marzo, la o le bande che hanno colpito con la tecnica della «marmotta» hanno sempre agito nella prima metà dei mesi. Forse perché in quelle settimane gli sportelli automatici contengono più denaro, in quanto i prelievi sono maggiori dopo i pagamenti di stipendi e pensioni? La domanda è lecita, ma la risposta ce l’hanno solo i malviventi.
Ma, finora, la loro identità è rimasta avvolta nel mistero, nonostante i furti con il gas siano stati qualcosa come 16 dall’inizio dell’anno: sei a gennaio, tre a febbraio, tre a marzo e quattro ad aprile. Tutti appunto concentrati nella prima metà dei mesi, tranne che per gennaio, quando il sesto raid venne messo a segno la notte tra il 20 e il 21. Su 16 furti, soltanto due sono falliti per l’attivazione dell’antifurto della banca, a Suisio e Urgnano, lo scorso gennaio. E, se si considera anche l’assalto a un postamat (il bancomat delle Poste) a Castelli Calepio, anch’esso però fallito, lo scorso 6 aprile, il numero dei raid sale a 17.
I carabinieri e la procura stanno lavorando per risalire agli autori di questi furti piuttosto rumorosi e che, nel cuore della notte, scuotono i centri abitati dove vengono messi a segno: le indagini sono state raccolte in una unica e i vari procedimenti aperti per ciascun furto sono ora tutti sotto la stessa lente. Il riserbo è ovviamente massimo, ma alcuni elementi d’indagine sono evidenti: in azione entrano sempre tre o quattro banditi, tutti con il volto travisato dal passamontagna e la banda si muove sempre con un’automobile e, forse, un’altra che resta a distanza con un altro componente della banda che fa da palo. E tra i ladri che entrano in azione ci deve essere qualcuno, un «regista», che maneggia – per qualche motivo, forse per passione o per lavoro – degli esplosivi e che sa bene come agire. Tanto che, con il passare dei mesi, la banda è diventata, se vogliamo, più «professionale»: il quantitativo di gas immesso nella «marmotta» è ormai calcolato in maniera quasi scientifica, in modo da non danneggiare le banconote da arraffare.
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