«Il senso del dovere dai miei genitori. In Europa lavoro al Parlamento»

VANESSA COGLITORE. Da Medolago a Bruxelles a 27 anni alla direzione Comunicazione dell’istituzione europea. Gli studi alla Grande école Sciences Po di Strasburgo.

Vanessa Coglitore è partita per l’estero subito dopo il liceo. È una a cui piace bruciare le tappe e raggiungere i traguardi che si è prefissata. Così da sola, a 19 anni, è andata a Strasburgo, Francia, e dopo sei anni e l’università si è trasferita a Bruxelles, dove oggi, a 27 anni, vive e dove lavora per la Direzione della comunicazione del Parlamento europeo, tramite un’agenzia esterna. «Ho frequentato – racconta la ragazza, originaria di Medolago – il Liceo linguistico Falcone a Bergamo, sezione EsaBac (doppio diploma italo-francese: Esame di Stato e anche Baccalauréat), dove ho studiato inglese, francese e tedesco. Poi grazie al doppio diploma istituito nell’ambito della cooperazione tra Italia e Francia ho potuto iscrivermi all’Università di Strasburgo, senza dover superare ulteriori test di ingresso di lingua, dove ho conseguito una laurea in Lingue e Processi Interculturali (indirizzo inglese, tedesco e svedese), che ho completato nel 2019. Inizialmente la mia vocazione era rivolta verso l’insegnamento delle lingue straniere, pertanto ho conseguito un Master in Didattica delle Lingue Straniere, sempre a Strasburgo». Poi il cambiamento di rotta.

Grande école Sciences Po

«Questo senso di responsabilità e del dovere mi è stato trasmesso dai miei genitori»

«Nel 2020 ho intrapreso un percorso completamente diverso, essendo stata ammessa alla Grande école Sciences Po Strasburgo, dove ho ottenuto un diploma in Scienze politiche e Relazioni Franco-Tedesche nel 2022. Questo cambiamento di percorso accademico si spiega dal fatto che, contemporaneamente agli studi, avevo iniziato una prima esperienza al Parlamento europeo a Strasburgo, che mi ha fatto capire che quello era il posto in cui sentivo di voler lavorare data la dimensione politica e internazionale dell’istituzione». Prima del suo lavoro attuale, Vanessa ha svolto anche due tirocini, uno al Parlamento europeo a Bruxelles nell’ambito della comunicazione istituzionale e una breve esperienza in una organizzazione non profit (Interculture.de) in Germania dove si occupava del coordinamento di formazioni interculturali.

Non ha mai avuto paura di «sporcarsi» le mani e di darsi da fare per ottenere i propri obiettivi. «Ho sempre lavorato durante gli studi, sin dal liceo. Questo senso di responsabilità e del dovere mi è stato trasmesso dai miei genitori, che da ragazzi molto giovani del Sud hanno dovuto trasferirsi al Nord per poter avere più opportunità lavorative. Dopo tanti sacrifici, i miei genitori sono diventati proprietari del ristorante La Scaletta Café situato a Capriate San Gervasio. Io e mia sorella ci siamo sempre date molto da fare, cercando di aiutare il più possibile l’azienda familiare e continuare gli studi. Subito dopo il liceo, quando sono partita per Strasburgo, ho svolto numerosi lavori in diversi ambiti: ristorazione, alberghiero, baby-sitting, negozi d’abbigliamento, corsi di lingua in scuole primarie e all’Università, e molti altri lavori per potermi pagare l’affitto e coprire le spese». E dopo tanti sacrifici, oggi Vanessa lavora per il Parlamento Europeo.

La passione per il cinema

«Attualmente lavoro per la Direzione della Comunicazione del Parlamento, più precisamente per il Premio LUX del Pubblico, un premio del Parlamento europeo che mira a rafforzare i legami tra politica e cittadini tramite il cinema europeo, invitando gli spettatori ad assistere alle proiezioni gratuite organizzate nei 27 Stati Membri e a valutare uno o più dei cinque film selezionati annualmente. La mia passione per il cinema europeo è nata durante il tirocinio Schuman che ho svolto a Bruxelles (il Parlamento europeo offre due tipologie di tirocini retribuiti: i tirocini presso il Segretariato generale, tirocini Schuman, e i tirocini presso i deputati al Parlamento europeo; io ho effettuato quello presso il Segretariato, lavorando nello specifico per la direzione di comunicazione), dove mi sono trasferita dopo sei anni trascorsi a Strasburgo. È stata una piacevole scoperta per me. L’interesse per le questioni europee, invece, è sempre stata una passione innata, probabilmente promossa anche dal mio percorso accademico e dall’apertura a culture diverse che lo studio delle lingue straniere possiede in maniera intrinseca. Posso quindi dire che, anche se non ho avuto le idee chiare sin dall’inizio, ho sempre guardato oltre i confini nazionali, alimentando la mia voglia di viaggiare, imparare nuove lingue e conoscere nuove culture».

Il Parlamento europeo

«Della Francia ho apprezzato molte cose nonostante le prime difficoltà di integrazione. Lo Stato francese garantisce studi accessibili a tutti gli studenti, inclusi quelli internazionali»

All’inizio, però, fuori dall’Italia non è stato semplice. «Sono partita verso Strasburgo da sola subito dopo il liceo. Inizialmente non è stato facile integrarsi perché ero arrivata prima dell’inizio dell’Università e non conoscevo nessuno. Una volta cominciati i corsi, ho fatto varie amicizie, principalmente con persone francesi provenienti da altre città della Francia e studenti internazionali. Solamente dopo qualche anno ho iniziato a sentimi più “accettata” da persone alsaziane. Quando ho iniziato la laurea Magistrale in Scienze politiche, invece, il gruppo di studenti franco-tedeschi era molto ridotto (eravamo dieci) e io ero l’unica italiana. È stata un’esperienza molto “europea” e data la ridotta dimensione del gruppo è stato molto facile mantenere dei rapporti duraturi. Della Francia ho apprezzato molte cose nonostante le prime difficoltà di integrazione. Lo Stato francese garantisce studi accessibili a tutti gli studenti, inclusi quelli internazionali, con costi per gli studi universitari pubblici che non superano mai i 250 euro all’anno. Inoltre, i programmi di formazione sono sempre orientati alla professionalizzazione, attraverso tirocini, la presenza di professionisti in vari settori e la creazione di una solida rete tra studenti e il mondo del lavoro. Anche l’assistenza sanitaria francese è efficiente e meno costosa rispetto a quella italiana. In Belgio invece, l’assistenza sanitaria è più costosa e le tasse sono più alte. Nonostante questo, Bruxelles offre moltissime opportunità lavorative. Di Bruxelles mi piace la dimensione europea e multiculturale molto marcata e l’offerta culturale molto ricca».

Bergamo e il Paese natale però mancano a Vanessa. «L’Italia mi manca sempre e quando ne parlo con altri expat spesso anche loro condividono questo sentimento. È sempre presente un sentimento di mancanza della propria terra e della propria famiglia, ma al contempo una frustrazione nei confronti della situazione lavorativa per i giovani in Italia e delle politiche che non fanno sforzi per il miglioramento del Paese. Essendo figlia di genitori del Meridione che hanno dovuto a loro volta trasferirsi al Nord, la mia relazione con Bergamo e l’Italia in generale è quella di un albero sradicato. Il bello è che, con le condizioni giuste, un albero riesce a crescere anche in terre diverse da quelle d’origine. Per ora, cerco di radicarmi in Belgio. Sono però in contatto quasi ogni giorno con i miei genitori e mia sorella tramite videochiamate. Essendo partita dall’Italia molto presto, ho mantenuto alcuni amici, soprattutto a Bergamo, anche se ci sentiamo meno frequentemente. Tuttavia, quando torno, almeno due volte all’anno, li contatto per ritrovarci». E il futuro? «Penso di stabilirmi a Bruxelles per avanzare nella mia carriera. Spero un giorno di poter tornare in Italia e contribuire con ciò che ho imparato all’estero».

Bergamo senza Confini

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