C’ era una volta il campionato più bello del mondo, nonché il più ricco: erano gli anni Ottanta e la prima metà dei Novanta e la Serie A, forte di diritti televisivi superiori alle altre leghe europee, poteva permettersi di spendere e spandere per i migliori calciatori del pianeta. Da allora il campionato italiano ha continuato a crescere sul versante economico, ma ad un tasso decisamente inferiore alla concorrenza e così facendo ha perso competitività.
Il gigante inglese
Lo confermano i dati della 33ª edizione dello studio di Deloitte intitolato Annual Review of Football Finance che mette a confronto i fatturati dei cinque principali campionati al mondo per la stagione 2022/23, ovvero Premier League (Inghilterra), Bundesliga (Germania), Liga (Spagna), Ligue 1 (Francia) e Serie A, escludendo però dal conteggio le plusvalenze. Il torneo italiano è al 4° posto con 2,856 miliardi di euro annui, più vicino alla quinta posizione del campionato francese (2,378 miliardi di euro) che non alla terza occupata dalla Liga, con 3,535 miliardi di euro. Poco meno di un miliardo di euro è il ritardo dal campionato tedesco (3,835 miliardi di euro) mentre 4 miliardi di euro ci separano dal campionato d’oltre Manica, arrivato a 6,967 miliardi di euro.