C erti dubbi e certe decisioni sono un lusso degli uomini soli, che non hanno da render conto a una donna e alla sua razionalità. Uscito dalla visita a Daniele (leggi QUI il racconto), il buon Elvio si è chiesto se passare da casa e dormirci, o no. L’alternativa sarebbe stata una notte fra treni, lunghi cambi e stazioni. Solitudine, freddo e qualche rischio. Una follia. Solo che anche rivedere le sue stanze e le sue cose non lo attirava per niente. Luoghi e cose di un’altra vita, per la quale non nutre rimpianti. Alla fine, il compromesso: è rientrato nell’appartamento gelido, si è mosso nel buio senza neppure accendere la luce, non ha toccato nulla, ha dormito poche ore e ne è uscito all’alba, così da non incontrare nessuno dei vicini. Come non avesse voluto contatti con il suo mondo. Come se l’aspettativa durasse per sempre e non fino al 31 agosto. “E dopo?”, avrebbe voluto chiedersi. Ma non lo ha fatto, perché si sa: come è stato autorevolmente detto, “a ogni giorno basta la sua pena”. Il giorno successivo, venerdì, è rientrato. Con il paradossale sollievo di tornare in una realtà non sua, o sua provvisoriamente. Ma molto meno ostile. A quel punto, l’ombelico di tutto è diventata la partita Milan-Atalanta.