C ome quando, in casa o per strada, d’improvviso tace un rumore di cui non si aveva esatta consapevolezza, ma l’interruzione del quale dà un inatteso, nitidissimo sollievo. O come quando, finalmente, si depongono pesi che abbiano a lungo gravato sulla schiena o sulle braccia. Questo è ciò che prova il professor Caudano nella sua nuova e provvisoria vita di Langa. Mai si sarebbe aspettato di provare un così diffuso senso di gioia, di recuperata serenità, di libertà inedita. Evidentemente, finché era rimasto a Jesi e a scuola, non aveva ben realizzato quanto lo opprimessero le riunioni, i consigli, i collegi, gli obblighi, le trappole burocratiche celate dietro le mille sigle (Pcto, Pdp, Bes) e le funzioni fissate da mille titoli (coordinatore, segretario, referente, tutor) nonché le attività che via via negli anni sono andate assiepandosi intorno al lavoro che lui da giovane aveva accettato, più che scelto, di svolgere: quello di insegnate che ama le sue discipline e a quelle vuole dedicarsi. Unitamente ai ragazzi che dovrebbero apprenderle. Tutto ora è lontano.