Il ponte audace di Mara nella marea degli affetti

IN LIBRERIA. «Maree» («Tides»), di Sara Freeman, nata a Montreal e residente a Boston, è appena stato pubblicato (agosto 2024), nella traduzione italiana di Paola Splendore, da Ellint (pp. 250, euro 18,50).

Ha vinto, nel 2022, la settima edizione di un Premio che si intitola, significativamente, «The Bridge», «ponte» che sostiene la traduzione di opere italiane negli Usa e americane in Italia. Nel 2023 è stato «Gold medalist», categoria Literary Fiction, all’Independent Publisher Book Awards. «Maree» («Tides»), di Sara Freeman, nata a Montreal e residente a Boston, è appena stato pubblicato (agosto 2024), nella traduzione italiana di Paola Splendore, da Ellint (pp. 250, euro 18,50). E, come è stato osservato, non è immediato credere che sia un romanzo d’esordio, tanto lo stile sa essere, insieme, realisticamente oggettivo e toccante.

Il racconto è continuamente segmentato, dagli spazi bianchi, in frammenti brevi/brevissimi (no divisione in capitoli): scaglie di vita, zoom su dettagli di realtà, minimalismo alla Malamud, riduzione all’osso, parlano i fatti, oltranza di concretezza. Ma, insieme, prosa coinvolgente, espressiva, quando non poetica (avvertibile una certa osmosi con tecniche di regia: alla Columbia, dove si è laureata, Freeman ha vinto l’Henfield Prize per il miglior cortometraggio).

Come una marea, Mara passa dalla voluttà di abbandonarsi alla corrente all’esercizio, quasi automatico, della volontà di sopravvivenza

La storia

Mara (il nome emerge solo a p. 76) è scappata da una situazione che non riusciva più a reggere. Rimasta incinta a 35 anni, a 36 ha perso il bambino. Dall’appartamento del piano di sotto i «teneri gridolini» di suo nipote, la gioia di suo fratello e la moglie «stabilmente impiantata sotto il suo dolore». Suo marito è già andato via, è stata lei a spingerlo. Ora se ne va anche lei. Dove? Al mare. Roma, non quella con il Colosseo, ma una cittadina in Texas di nemmeno 10.000 abitanti. Mare dappertutto e in nessun posto, causa ville e proprietà lussuose che impediscono, in buona parte, l’accesso. In tasca 1.733 dollari per sopravvivere (tema centrale: quando finiranno?). No carta di credito per non diventare «uno spillo su una mappa». Come una marea, Mara passa dalla voluttà di abbandonarsi alla corrente all’esercizio, quasi automatico, della volontà di sopravvivenza. Dopo giorni di vita randagia, notti in luoghi di fortuna (spiaggia non esclusa), qualche pacchetto di cracker, patatine e (poco) altro junk food per sfamarsi, trova lavoro come commessa in un negozio di vini e formaggi. Il titolare, Simon, è una persona piuttosto delicata e sensibile. Si sa, con il tempo, che è stato lasciato dalla moglie. E, tra i due, una qualche forma di marea, anche nel pelago periglioso degli affetti, può finalmente risalire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA