L’Atalanta, la vita, un nuovo incontro. Il prof. Caudano può sorridere: «Va tutto bene»

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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E ra così raro che il professor Caudano potesse dire a se stesso la magica, breve frase: “Va tutto bene”… Specie negli ultimi anni, quando l’orfanità, anziché un’occasione per riprendere in mano la sua vita, si era rivelata una sorta di deserto non desiderato, e la scuola era andata sempre più complicandosi. Li ricorda bene, gli spaventi all’apertura della posta elettronica, quando compariva fra i mittenti il “Collaboratore vicario”, cioè il vicepreside. C’era sempre qualche adempimento di cui a lui sfuggivano i contorni, per lo più tecnologici: redigere il verbale e depositarlo nell’apposita cartella di Drive, creare il link per ricevere i genitori da remoto, riversare su chissà quale piattaforma i dati del PCTO (leggi scuola lavoro, leggi impiccio folle, per dei liceali), compilare moduli, aggiornare la tabella dei voti di Educazione Civica… Ogni volta, un piccolo attentato alla sua quiete, e un senso vacuo e inafferrabile di inadeguatezza. Invece, adesso, in Langa, tutto va bene. In questa vita sua seconda e secondaria, gli verrebbe da dire, sottratta alle pretese di un’istituzione attenta alla burocrazia ma mai agli uomini (non ricorda un preside che gli abbia chiesto mai “Professore, come va?”) e ritirata in un paesaggio ora aspro e ora incantevole. Oltretutto, c’è la pausa per la Nazionale. Anche qui, grande cambiamento: fino a poco tempo fa, le odiava, le sospensioni dovute al calcio azzurro. Ora le benedice, data l’indigestione televisiva (o radiofonica, anche, per lui) sparpagliata su quasi tutti i giorni della settimana. “Si respira”, pensa. “L’assedio si placa”. Reduce com’è da un lunedì di posticipo di campionato, un martedì di Champions, un mercoledì ancora di Champions, un giovedì di Europa League e Conference, un venerdì di anticipo di campionato e poi il weekend a seguire…