L'Editoriale / Bergamo Città
Lunedì 30 Dicembre 2024
Il Giubileo, un viaggio dell’anima e di speranza
MONDO. Care sorelle e fratelli, ci proponiamo di essere pellegrini di speranza.
Le pagine che abbiamo ascoltato ci parlano di un pellegrinaggio. Nella prima lettura una donna, una madre che va al tempio prima a chiedere un figlio e poi a donarlo al Signore. Pellegrina è anche - nel Vangelo - la Santa Famiglia di Nazareth che ogni anno nella circostanza della Pasqua va al tempio di Gerusalemme.
Vogliamo accogliere questa proposta di un Giubileo vissuto come un pellegrinaggio, come un viaggio della speranza. Tante volte abbiamo condiviso viaggi della speranza per persone attraversate da malattie incurabili o giudicate così. Anche il nostro nuovo Giubileo vuole essere un viaggio della speranza per la salvezza, per la riconciliazione, per la pace. Il Natale di Gesù ha dato il via a questo pellegrinaggio. Oggi il pellegrinaggio è praticato in misura sempre maggiore. Non ci sono solo i pellegrinaggi organizzati dalla chiesa o da qualche altra religione, ma oggi vi è una mobilità come mai vi è stata nella storia dell’uomo. Ci si muove per lavoro, ci si muove per turismo, ci si muove scappando. Si muovono milioni di persone che lasciano la terra in cui sono nate.
Ognuno di questi viaggi pur motivati in maniera diversa è sempre sostenuto dalla speranza di un bene: si va verso un bene. Il Giubileo si propone come un viaggio dell’anima. Una promessa, un dono, un appello a mettere in cammino la nostra anima che è stanca, a volte stordita, intorpidita, irrigidita, rassegnata. Ma c’è un bene per la nostra anima. Mettiamoci in viaggio!
L’immagine che ci è offerta dalla Parola di Dio è quella del tempio. Anna e la sua famiglia vanno al tempio. La famiglia di Nazareth sale al tempio. Non è solo un tempio di pietra, come quello di Gerusalemme o come San Pietro con il Papa che apre la Porta Santa o come quelle che saranno le numerose Chiese Giubilari nella nostra diocesi. Il tempio di Dio è Gesù. Ci mettiamo in viaggio, vogliamo ritrovare Gesù, smarrito come abbiamo udito nel Vangelo. A volte ci illudiamo di averlo insieme con noi.
Il Giubileo è un pellegrinaggio della speranza per ritrovare Gesù e con lui ritrovare noi stessi e il nostro prossimo. Questo è il bene promesso. Abbiamo perduto Dio, abbiamo perduto Dio, come potremo pensare di salvare noi stessi? Dio è la nostra speranza. E la nostra speranza è il compimento della sua opera di riscatto dal peccato e dal male inaugurato da Cristo morto e risorto. Sant’Agostino diceva: «Sia il Signore Dio tuo la tua speranza, non sperare qualcosa dal Signore Dio tuo, ma lo stesso tuo Signore sia la tua speranza».La nostra speranza è Cristo. Se perdiamo Cristo perdiamo la speranza. Ce ne sono forse altre? Quante sono le speranze che invece poi si rivelano illusioni. Cristo non è un’illusione. Lui resiste al naufragio delle nostre speranze. Ritorniamo a lui, ritroviamo lui.
La presenza delle 13 Chiese Giubilari insieme alla Chiesa Cattedrale - giubilare per eccellenza - ha senso nel momento in cui vengono riconosciute come segno e possibilità di questo rinnovato incontro con Cristo. Accogliamo il dono della speranza che viene da Dio e diventiamo pellegrini di speranza, imparandola dal Vangelo; praticandola nella nostra vita personale, comunitaria, sociale; vivendo la preghiera, il sacramento del perdono, la fraternità, la condivisione.
La nostra diocesi e tutte le nostre comunità, insieme alle donne e agli uomini di buona volontà, si impegnino ad alimentare speranza nel cuore di tutti, particolarmente dei piccoli, dei malati, delle famiglie, delle persone sole e abbandonate, di coloro che non ce la fanno più, degli scartati, dei migranti, dei carcerati, dei poveri e degli impoveriti. Durante quest’anno avremo la gioia di inaugurare e avviare alcune opere che sosterranno il cammino della speranza di queste persone.
Sempre nel corso dell’anno giubilare io propongo già da ora 13 «manifestazioni della speranza». Le vorrei chiamare così: «Manifestazioni della speranza». Tutti manifestano: anche noi vogliamo manifestare la nostra speranza e le ragioni di speranza per tutta l’umanità. 13 manifestazioni della speranza, una in ogni Comunità Ecclesiale Territoriale, segni visibili e gioiosi del dono di una speranza offerta a tutti.
Oggi ricorre il 15mo anniversario della morte del Vescovo Roberto Amadei. A conclusione del Congresso Eucaristico nell’anno giubilare del 2000, pronunciava queste parole: «Signore Gesù, ti ringraziamo della continua presenza nella nostra storia per guidarci nell’amore al Padre e ai fratelli, per purificare e ravvivare le nostre speranze, per dirci che tu sei l’anno giubilare della misericordia sempre aperto alle nostre povertà». Alla luce di questa coincidenza provvidenziale, apriamo l’anno giubilare e incamminiamoci come pellegrini della speranza. (trascrizione da registrazione)
* Vescovo di Bergamo
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