Il dramma della guerra in Terra Santa: «Servono aiuti per vittime e sfollate»

LA SOTTOSCRIZIONE. L’iniziativa della Diocesi, attraverso Caritas, Fondazione Diakonia, e con il sostegno del Centro missionario. I fondi destinati al Cardinale Pierbattista Pizzaballa.

L’orrore della guerra in Israele e in Terra Santa; migliaia di vittime e di sfollati a causa delle bombe in un’area del mondo dove la pace sembra impossibile da costruire. L’escalation delle armi e il dramma che queste persone stanno vivendo sotto i bombardamenti hanno spinto la Diocesi di Bergamo, attraverso la Caritas diocesana e la Fondazione Diakonia – e con il sostegno del Centro diocesano missionario – a organizzare una raccolta di fondi per fare fronte alle tante necessità che si sono aperte nelle ultime ore in Medio Oriente.

Gli aiuti che arriveranno dalla generosità dei bergamaschi saranno destinati direttamente al Patriarcato di Gerusalemme e al Cardinale Pierbattista Pizzaballa e saranno utilizzati per dare una mano alle tante persone che si trovano in difficoltà. Un gesto di vicinanza, quello della Diocesi, al «suo» Cardinale che è anche responsabile di tutti i patriarchi latini cattolici e che una settimana fa, quando è scoppiato il conflitto in Israele, si trovava proprio in città, tra la sua gente, riunitasi per manifestargli l’affetto della sua terra natale dopo il Concistoro di qualche giorno prima in Vaticano.

«Un segno di attenzione»

«C’è tanta gente che sta soffrendo in entrambi i popoli – ha detto il presidente della Caritas, don Michelangelo Finazzi –. Questa raccolta è un segno di attenzione nei confronti di tutti, a prescindere dalle fazioni e dal credo religioso. Sostenere queste persone anche materialmente, oltre che con la preghiera e con il gesto forte del digiuno, dà il senso della vicinanza e dell’affetto della Chiesa di Bergamo». Nelle scorse ore sono stati attivati tre conti correnti intestati a Caritas, Fondazione Diakonia e Centro Missionario Diocesano sui quali è già possibile effettuare le donazioni.

«Siamo consapevoli che si tratta della quarta richiesta di aiuto che rivolgiamo ai bergamaschi in otto mesi, ma lo facciamo per una causa giusta, di fronte a una guerra incomprensibile – ha sottolineato il direttore della Caritas, don Roberto Trussardi –. L’aiuto al Patriarca di Gerusalemme è il sostegno a una figura che rappresenta un punto di riferimento importante per la pace in Medio Oriente, una persona che crede nell’unica via possibile, quella del dialogo, e che ci auguriamo venga ascoltata di più». Il contatto diretto con il Cardinale Pizzaballa garantirà che l’utilizzo dei fondi sarà destinato ai più bisognosi, senza mediazioni. Alla sottoscrizione partecipa anche il Centro missionario: «Il nostro legame con il Patriarca di Gerusalemme è molto forte – ha detto il direttore, don Massimo Rizzi –. Ogni anno per Natale organizziamo una campagna di raccolta fondi per sostenere alcuni progetti in Terra Santa, attraverso un concerto e le cartoline solidali. Da qui la decisione di sostenere anche questa iniziativa». La guerra in Ucraina, i terremoti, l’alluvione in Emilia Romagna e ora un nuovo conflitto: «È un periodo di grandi emergenze – ha detto Giuseppe Giovannelli, delegato vescovile dell’area Prossimità e cura, e presidente della Fondazione Diakonia –. Il nostro è un intervento umanitario al di sopra delle parti che darà la possibilità al Patriarcato di assistere chi è rimasto senza nulla a causa della guerra, ma anche – ci auguriamo – di intraprendere un percorso che conduca alla presa di coscienza che è necessario arrivare alla pace, attraverso il dialogo con le forze presenti sul territorio».

La preghiera

Il Vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, raccogliendo l’invito del Cardinale Pizzaballa, ha sollecitato le comunità parrocchiali, quelle religiose e monastiche, le associazioni e i gruppi laicali della provincia a raccogliersi in preghiera martedì 17 ottobre, che il Patriarca di Gerusalemme ha individuato come giornata di digiuno, astinenza e preghiera per la pace in Terra Santa. «Il dolore e lo sgomento per quanto sta accadendo sono grandi – sono le parole che il cardinale Pizzaballa ha rivolto a tutte le comunità religiose –. Siamo stati catapultati in un mare di violenza inaudita, in una spirale che crea distruzione. In questo momento di dolore e di sgomento non possiamo lasciare che la morte sia la sola parola da udire. Per questo sentiamo il bisogno di rivolgere il nostro cuore a Dio Padre, solo così potremo attingere la forza e la serenità di vivere questo tempo, nella preghiera di intercessione, di implorazione e anche di grido». Il Vescovo Francesco Beschi parteciperà a un momento di preghiera e digiuno che si terrà in Cattedrale dalle 13 alle 14, in unione di spirito con coloro che, secondo le possibilità di ciascuno, aderiranno alle diverse proposte che nei prossimi giorni verranno organizzate in diversi luoghi con specifici orari e modi.

«La preghiera arriva ovunque, anche dove non riusciamo ad essere presenti materialmente, facendoci sentire uniti anche se distanti – ha concluso don Finazzi – ed è uno strumento che ci fa sperare di raggiungere anche gli obiettivi che sembrano umanamente irrealizzabili».

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