Il boulevard a tutto food: in centro a Bergamo trenta locali in 350 metri

IN VIALE PAPA GIOVANNI XXIII. Solo pochi anni fa prevalevano le botteghe artigiane e i negozi di moda. L’ultimo «cambio»: piadineria al posto della storica gioielleria Recalcati.

I tempi cambiano e di conseguenza anche nel commercio si assiste a continue aperture e chiusure, ma anche a modifiche nella tipologia di merceologie offerte alla clientela. Negli ultimi anni viale Papa Giovanni XXIII si è radicalmente trasformato, con una vocazione sempre più forte legata al «food». Se si passeggia dalla stazione verso i Propilei, si contano (e lo abbiamo fatto con taccuino alla mano) addirittura una trentina di realtà (per la precisione 28) dedicate alla somministrazione in soli 350 metri: un numero record. Le attività storiche hanno via via chiuso, lasciando di conseguenza spazio ad altre insegne. Non sono però trascorsi dei secoli, basta andare indietro pochi decenni per aprire l’album dei ricordi e rivivere i tempi d’oro nei quali tanti commercianti hanno aperto botteghe artigiane e a gestione familiare.

La Gioielleria Recalcati diventa una piadineria

L’ultima «chiusura eccellente» è stata la Gioielleria Recalcati, che ha definitivamente abbassato le saracinesche lo scorso 31 dicembre, dopo oltre un secolo di onorato servizio (l’apertura risale al lontano 1922). Al suo posto è già pronta al debutto la «Piadineria del Borgo», giovane impresa orobica che ha già altri quattro punti vendita fra città e provincia. Con una particolarità: all’interno del locale sono state mantenute alcune casseforti che ricordano l’antica vocazione degli spazi che accoglieranno il popolo gourmand.

Negli anni Ottanta erano prevalenti le botteghe artigiane, con un solo panettiere e pochissimo altro legato al food e alla ristorazione

Da via dello shopping, anche per coloro che arrivavano da fuori Bergamo per fare acquisti in città, questo tratto di strada si è riconvertito in base alle richieste del mercato, in primis cibo e bevande. Negli anni Ottanta erano prevalenti le botteghe artigiane, con un solo panettiere e pochissimo altro legato al food e alla ristorazione. Ai tempi erano decisamente più rari i pranzi di lavoro, la gente usciva nel fine settimana e non c’era la massa di turisti che al contrario oggi popola la città, arrivando dalla stazione e dall’aeroporto.

Già dieci anni più tardi è aumentato il numero dei pubblici esercizi, oltre ai negozi di abbigliamento. Tra le insegne storiche il panificio Tresoldi e la cartoleria Ubiali, ancora attive, ma anche la «Casa della Musica» e la libreria Lorenzelli, e come non ricordare il ristorante Da Vittorio, con tutto il prestigio che ne derivava.

A tutto food

Oggi la situazione è radicalmente cambiata. Basta percorrere i marciapiedi per notare come sul lato destro, passato McDonald’s e lo spazio di eventi e somministrazione Bergamo Nxt di piazzale Alpini, sorgono altre cinque attività che offrono un’ampia varietà di piatti e di offerte gastronomiche, dal sushi alle pizze. Sul lato sinistro l’offerta si amplia ancora di più con ben 21 attività che offrono food e bevande, partendo dal locale inaugurato a settembre 2022 nell’ex Piemontese, a un altro inaugurato lo scorso novembre, per poi incrociare ogni tipo di offerta, da piadine ai tacos fino ai gelati, e allo storico panificio «Tresoldi».

Proseguendo verso il centro piacentiniano ancora locali «food»: ce n’è insomma per tutti i gusti e per ogni format, con tante catene internazionali che si sono affacciate sul viale, particolarmente attrattivo proprio perché meta o strada obbligatoria di passaggio per migliaia di persone, principalmente visitatori e turisti, che si spostano da e per la stazione.

Viscardi: «Rispetto agli anni scorsi il mestiere del commerciante è più difficile: ci sono altri canali distributivi, le vendite online e l’industria che tende ad arrivare direttamente al consumatore. I costi di gestione sono spesso alti e il mercato saturo. Nel caso specifico, viale Papa Giovanni XXIII è più vocata al food per la presenza degli uffici e soprattutto del passaggio dei moltissimi turisti che arrivano in città»

«Nel mondo di oggi è fisiologico assistere a cambiamenti anche nel mondo del commercio – commenta Nicola Viscardi, presidente del Duc, il Distretto urbano del commercio di Bergamo – . Quando chiude un negozio storico, spesso viene sostituito da un’attività di somministrazione o di servizio e le insegne storiche spesso chiudono perché non hanno un ricambio generazionale. Rispetto agli anni scorsi il mestiere del commerciante è più difficile: ci sono altri canali distributivi, le vendite online e l’industria che tende ad arrivare direttamente al consumatore. I costi di gestione sono spesso alti e il mercato saturo. Nel caso specifico, viale Papa Giovanni XXIII è più vocata al food per la presenza degli uffici e soprattutto del passaggio dei moltissimi turisti che arrivano in città. Il mercato è sempre più competitivo e dopo le liberalizzazioni non ci sono formule concrete per indirizzare le nuove aperture. Rispetto ad altre realtà a Bergamo stanno però tenendo i numeri, grazie alle riqualificazioni degli edifici, che mantengono il valore degli spazi così come delle vie, da parte dell’amministrazione comunale».

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